sabato 1 agosto 2015

Lavori in corso

È il primo agosto, e qui al paesino c'è ancora un silenzio irreale, da fine estate, al punto che il vento che mugghia nella baia e fa tintinnare le drizze delle barche a vela è l'unico rumore di sottofondo. Sarà perché, negli ultimi anni, le vacanze si sono concentrate in un periodo sempre più ristretto. Ai miei tempi (sigh) era il mese di agosto il clou della stagione, quello che attirava folle di vacanzieri. Oggi bisogna aspettare ferragosto per vedere il movimento, o meglio il marasma che, all'improvviso, spezza la tranquillità e ci traghetta per dieci giorni in un girone dantesco di caos, gas di scarico, motoscafi rombanti e liti per i parcheggi.
Che si sappia: io non sono per nulla scontenta di questa tranquillità. Per la prima volta da non ricordo quando, non ho perso nemmeno una notte di sonno a causa della musica a tutto volume proveniente dai locali che si affacciano sulla baia (ma ne ho perse molte altre a causa del caldo stratosferico), tutto questo, però, avalla la politica locale dei lavori a estate inoltrata.
Sì perché da un po' di anni al paesino va di moda fare i lavori pubblici a estate avanzata, e non parlo di interventi urgenti dell'ultim'ora, ma di progetti programmabili che però, vai a capire perché, il Comune e il porto in primis si ricordano di realizzare quando luglio segna il primo giro di boa. Forse per farci vedere che si danno da fare, dico io.
Fatto sta che due anni fa è stato il periodo della dragaggio sabbia. La chiatta San Martino, stazionata all'imboccatura del porto, sbuffando e chincagliando tirava su vagonate di sabbia che un bel tubo nero, attraversando il tratto di costa balneabile, depositava nell'unica spiaggia sabbiosa della marina. Finalmente l'arenile veniva rimpolpato con la sabbia! gioì il Comune. Bello, bellissimo, peccato che fossimo a cavallo tra luglio e agosto e i bagnanti rimasero senza lido per un po', senza parlare della puzza che la sabbia tirata su dal fondale portava con sé (avete presente?).
Nel 2009, il primo anno di Ieie al paesino, fu la volta delle ruspe sotto casa per costruire alcune banchine del porto. Erano i primi di agosto, il bambino aveva sette mesi e da poco aveva preso a dormire la notte, ed ecco che alle sette del mattino partiva il concerto delle macchine movimento terra. Chi scavava, chi martellava i piloni metallici per fissarli negli scogli. Fu in quell'estate che realizzai che il sonno non sarebbe più stato un mio caro amico.
7 agosto 2009

24 luglio 2009
Quest'anno la chiatta San Martino, sempre lei, ci ha dilettato con la posa dei frangiflutti, anche detti treppiedi, ovvero solidi geometrici in cemento armato che hanno il compito di proteggere il molo dalle mareggiate che ogni anno danneggiano il porto ora qui ora là. Le ultime settimane di luglio sono state così allietate dal rombo della chiatta che caricava sferragliando i frangiflutti a bordo per poi scaricarli in vari punti, esterni e interni, del porto. 'Na goduria. Accompagnamento: alcune ruspe, che, con le loro melodie, lavoravano sul molo a non-si-capisce-bene-cosa.
La chicca di quest'anno, però, è stato il parco giochi per i bambini. Intorno al 20 di luglio ruspe solerti hanno iniziato a scavare intorno alle giostre per eliminare la scomoda ghiaia che sta lì da almeno sei anni (per quel che ricordo io, eh, che prima di Ieie mica ci andavo al parco giochi) e sostituirla, udite udite, col prato.
Ora. A parte che 'sto lavoro ha richiesto dieci giorni in cui il parchetto è stato chiuso. A parte che mi chiedo cosa rimarrà del prato se tutti ci camminano sopra, se, essendo vicino al mare, l'inverno sarà spruzzato dalle mareggiate, e se, esperimenti analoghi fatti nelle vicinanze con aiuole e alberi si son conclusi con il disseccamento degli stessi. Ma soprattutto mi chiedo: perché a fine luglio?
I beneinformati sostengono che i lavori all'ultimo minuto sono la conseguenza di una denuncia che una famiglia straniera ha fatto contro il Comune, dopo che il figlio si è scorticato sulla brecciolina, e ci sta, ché qui in Italia mica li facciamo i lavori, se prima non ci scappa il morto. Però mi domando se non ci fosse una soluzione più pratica, tipo l’ormai diffuso pavimento anti shock che non richiede irrigazione né potatura. No perché, secondo me, mica ci hanno pensato che col caldo l'erba cresce a vista d'occhio.
29 luglio 2015, il parchetto terminato aspetta la riapertura

2 commenti:

  1. Quindi anche tu vivi in un paesino turistico (il mio è sul lago), con tutte le conseguenze del caso. Ah, come ti capisco! Da noi però il comune si è mangiato tutti i soldi per anni e anni a venire, quindi niente lavori, solo l'orrido e inutilissimo soffiafoglie del dipendente comunale che "pulisce" le strade alle 7 del mattino. Ma non sapevo che la sabbia tirata su dal fondo puzzasse!

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    1. In realtà ci veniamo solo d'estate perché i miei hanno una casa di famiglia qui. I soldi il Comune se li spende in ristrutturazioni del paese, al paesino, che è la sua molto più bella frazione, restano le briciole.
      E ahimè sì, la sabbia prelevata dal mare per i primi tempi ha un cattivo odore, come un animale marino pescato e lasciato a decomporsi fuori dall'acqua.

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