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venerdì 2 ottobre 2020

Caterina de' Medici un'italiana sul trono di Francia


Quando la scorsa estate visitammo il castello di Chenonceau, nella Loira, tra i tanti dettagli del palazzo mi colpì quel susseguirsi di H (iniziale del re Enrico II) intrecciate a C (la regina Caterina sua moglie) a formare maliziosamente una D (come Diana, l'amante del re).
Scoprire che Enrico II aveva donato il castello alla sua favorita e che Caterina, rimasta vedova, se l'era ripreso, mi fece venire voglia di conoscere la storia di questa regina.
Caterina altro non era che Caterina de' Medici, pronipote di Lorenzo il Magnifico, arrivata in Francia ragazzina dopo averne già viste di cotte e di crude, come sposa del figlio cadetto di Francesco I e divenuta, per l'improvvisa morte dell'erede al trono, moglie del futuro re di Francia. Passata alla storia come madre di tre re, Francesco II, Carlo IX ed Enrico III tutti morti giovani e senza eredi, e come regina nera (portò il lutto per la prematura scomparsa del marito per tutta la vita), la sua fu una storia intensa, non solo perché esercitò la reggenza per i figli divenendo la vera sovrana francese, ma soprattutto perché si trovò a traghettare il trono in uno dei suoi periodi più bui, quello delle guerre tra cattolici e ugonotti, che per molti anni avvelenò e divise la Francia con ben otto guerre civili.
Poco amata dai francesi per le sue origini italiane tutt'altro che nobili, la giovane Caterina trovò un alleato nel suocero Francesco I dal quale apprese l'arte del regnare. Sarà per lui, o per l'amore incondizionato per il marito che le preferiva però la bella Diana al punto da attribuirle onori e poteri, ma dal quale ebbe comunque una decina di figliuoli, che Caterina si adoperò in tutti i modi per mantenere il trono nelle mani dei Valois.
Jean Orieux nella corposa biografia che le ha dedicato dipinge un ritratto inedito della regina, smentendo le accuse di avvelenatrice e orditrice di assassinii che il popolo e la storia le hanno cucito addosso. Amava circondarsi di veggenti ed era superstiziosa, questo sì, ma odiava gli spargimenti di sangue e cercò sempre, per quel che le fu possibile, la mediazione, preferendo la logica dell'accordo a quella delle armi. Regina del traccheggiamento e delle trattative, non esitò a trascinare il giovane e cagionevole Francesco II in giro per tutto il regno allo scopo di fargli conoscere le sue terre e farlo amare dai sudditi.
Il castello di Chenonceau
La sua fu una vita colma di eventi, terribilmente sfiancante e tutta dedita a proteggere il trono dei Valois dalle mire dei Borbone ugonotti e degli ultra cattolici Guisa, sempre in bilico fra guerra e pace, ma segnata dal profondo amore per i figli, l'unico legame rimastole col defunto, amatissimo marito.
Caterina de' Medici un'italiana sul trono di Francia è certo un libro che ci dà un ritratto completo della regina, anche troppo, perché 800 e più pagine di scontri tra ugonotti e cattolici, conditi da congiure, tradimenti e continui cambi di fronte dei protagonisti di quegli anni, mettono a dura prova il più assiduo dei lettori. Se quindi un difetto si può imputare a quest'opera è l'eccessiva lunghezza che non tralascia nemmeno una virgola della vita della regina. Questo, e anche un certo sciovinismo dell'autore che lo porta a liquidare certe situazioni e personaggi con espressioni per niente politically correct del tipo "con Caterina abbiamo creduto spesso di trovarci a Firenze; col nano (uno dei suoi figli, affetto appunto da nanismo) siamo in una fogna napoletana".
Roba che se a scriverla fosse stato un professore di Milano, minimo minimo si apriva un'interrogazione parlamentare.

Caterina de' Medici, un'italiana sul trono di Francia di Jean Orieux, Mondadori, traduzione di Francesco Sircana

Questo post partecipa al Venderdì del libro di HomeMadeMamma

4 commenti:

  1. Molto interessante. La storia di Caterina è brevemente intrecciata a quella della nuora, Maria Stuarda, altra figura di sovrana che mi ha sempre affascinato. Me lo segno.

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    1. Sì è vero, fu la moglie di Francesco II. Come dicevo la vita di Caterina viene sviscerata in ogni dettaglio per cui anche questo matrimonio finisce sotto la lente di Orieux. Spero ti piaccia😊

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  2. Forse, proprio per il suo autore politicamente scorretto, già varrebbe la pena di leggere il libro. Sicuro l'idea di un tomo da 800 pagine mi lascia perplessa, ma amando la storia e trovando molto interessante la vita, le opere e gli amori di Caterina de Medici, potrei superare l'ostacolo. Grazie per la bella recensione💛

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    1. Grazie cara, sempre gentilissima😘
      Il libro è sicuramente ben fatto, c'è una ricerca storica non indifferente dietro un lavoro così minuzioso e poi la vita, e il temperamento, di Caterina fanno il resto. La sua lunghezza però si fa sentire perché a un certo punto, all'ennesima guerra, mi chiedevo quando sarebbe finito. Su certe osservazioni dell'autore meglio sorvolare sono, come dire, molto francesi.

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