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martedì 16 agosto 2016

Vorrei ma non posto

Io non so se accadeva anche prima, fatto sta che l'ho notato solo questa estate.
Succede che la casa del paesino si affaccia su un percorso battuto dai turisti: proprio sotto al nostro balcone si trova un belvedere dove, da sempre, la gente si ferma a scattare fotografie. Un tempo erano le classiche foto di gruppo o di famiglia con la costa e il faro sullo sfondo, un abbraccio di due innamorati, i figli in piedi uno accanto all'altro.
Da quest'anno ho assistito ai photo set più assurdi. La bambina in bilico sulla stradina in salita, poggiata al cancelletto arrugginito; la ragazza sbracata sul muretto, una mano fra i capelli, l'altra a reggere la schiena; un'adolescente verticalmente spiaggiata sul muro al punto che ho pensato "Oddio la ragazzina si sente male". Poi dietro di lei ho visto il padre piegato a 90° come Karl Lagerfeld e ho capito che no, non stava male.
Devo ammettere che i soggetti di questi scatti sono prevalentemente donne, giovanissime, e a immortalarle ci sono i genitori, più spesso i padri.
La ragione di questa nuova moda sta nel fatto che è ormai passato il tempo in cui le foto delle vacanze finivano in un album destinato ad allietare le cene con parenti e amici. Oggi le foto delle vacanze, grazie ai social, arrivano direttamente a casa. E poco importa che quest'anno la cellulite sia aumentata, che la vacanza sia trascorsa litigando col partner e il tour operator scelto faccia schifo: l'imperativo è uno solo, mostrarsi felici e contenti. E magari suscitare un po' d'invidia. Perché per alcuni postare è come dare un tocco di photoshop alla propria vita. E qui ritorno ai turisti del paesino.
Qualche giorno fa sul lungomare si aggirava una graziosa, giovane donna, una reflex al collo e uno smartphone in mano. Camminava sola, il musetto serio serio, poi, trovato uno scorcio che le piaceva, si è fermata, ha alzato lo smartphone, atteggiato il viso in un bellissimo sorriso e scattato. Il tempo del flash e la sua faccia, come quelle bambole antiche alle quali girando la testa cambiavi espressione, è tornata a incupirsi.
Improvvisamente ho sperato che da qualche parte nelle vicinanze ci fosse qualcuno ad aspettarla, che non fosse sola come sembrava. O quanto meno che fosse veramente felice come si era ritratta in quel selfie. Altrimenti è proprio vero, come dice la canzone, che non c'è 
Un senso a questo tempo che non dà
Il giusto peso a quello che viviamo
Ogni ricordo è più importante condividerlo
Che viverlo.

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