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venerdì 3 marzo 2017

Il cane di terracotta

Il cane di terracotta è la seconda indagine in ordine temporale del commissario Montalbano. Idealmente il lettore continua così a conoscere quello che sarebbe diventato uno dei commissari più noti d'Italia, i suoi colleghi, le sue abitudini, i personaggi che ruotano attorno a lui. Dico idealmente perché, dopo decenni di fiction Tv, il lettore che come me si avvicina oggi alla lettura di Montalbano, conosce già vizi e virtù di Vigata e dintorni.
Da un punto di vista dell'ambiente, abbiamo nuovi elementi per collocare geograficamente Montelusa e Vigata (o meglio, per capire quali territori rappresentino), mentre temporalmente il romanzo si snoda poco tempo dopo La forma dell'acqua, la prima indagine in assoluto di Montalbano, che si svolge nel 1994. Come spesso accade, anche questo caso riunisce più misteri, apparentemente scollegati l'uno dall'altro, ma dietro i quali la logica di Montalbano riesce a percepire un filo conduttore a fare da trait d'union.
Il mistero più interessante è il rinvenimento di una insolita sepoltura risalente a cinquant'anni prima, relativa a una coppia probabilmente morta ammazzata, adagiata in una grotta secondo una disposizione apparentemente senza senso e vegliata da un cane di terracotta.
Nonostante si tratti di un delitto datato, e quindi privo di interesse per la polizia, Montalbano non riesce ad archiviare il caso e, complice un periodo di riposo forzato, condurrà motu proprio questa indagine che, come non si farà remore di ripetere, lo porterà a parlare con un mondo di vecchi.
Il lettore lo segue lungo un percorso affascinante, fatto di antichi miti rimaneggiati da una cultura all'altra, di comunità e luoghi vicino a noi ma sconosciuti, di vicende storiche meno lontane di quanto si creda se ancora lasciano strascichi nel presente.
Fa da cornice una Sicilia rustica e suggestiva con poca mafia e tante tradizioni. Fatta di generosità e di posti a tavola aggiunti all'ultimo momento; di merluzzi e polipetti cotti secondo vecchie ricette; di chiacchiere seduti davanti all'uscio di casa.
Il risultato, alla fine, è un libro in cui si affonda con piacere, cullati dalla sicurezza data dal ritrovare personaggi noti, sebbene a evitare la noia ci pensino spunti sempre nuovi, che ti lascia, come sempre, il desiderio di ritrovarsi ancora lì, a Vigata, a vedere il mondo con gli occhi di Montalbano.









Il cane di terracotta, Andrea Camilleri, Sellerio editore


Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

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