"Chi è questa mamma?".
"Una zia del nonno, una sorella di mio nonno".
"E quella?".
"E' la zia L. non te la ricordi Ieie?".
"Me la ricordavo diversa".
"Perché negli ultimi anni era malata, ma io la ricordo così".
"E quest'altra signora che ha il suo stesso nome?".
"La mamma del nonno, mia nonna".
"E chi sono questi tre che si chiamano tutti Vito?".
"Uno è il nonno del nonno. L'altro è mio nonno...".
"Si chiamavano allo stesso modo?".
"Sì".
"Il papà del nonno è nato...nel '98!?".
"Nel 1898".
"Milleottocento!!!??? E l'ultimo Vito?".
"Era mia fratello".
"Perché non c'è la foto?".
"Perché è morto appena nato".
"Appena nato?".
"E certo Lolla guarda: 24 marzo 1980-11 aprile 1980 nemmeno un anno".
"A dire il vero, Ieie, nemmeno un mese".
"Se non fosse morto avrei uno zio".
"Già".
Non ho ancora mai portato Lorenzo a trovare mio padre.
RispondiEliminaÉ troppo ingenuo. Per lui sarebbe una qualsiasi passeggiata al parco.
Non vedo l'ora che comprenda bene il senso di certe cose, per fare le presentazioni ufficiali. 🖤
Io è da qualche anno che porto i bambini e devo dire che ogni volta mi chiedo se sia il caso. Poi mi ricordo di quando accompagnavamo mia nonna al cimitero, ogni anno, a trovare il nonno. Mi ricordo che lei, che usciva poco e niente, non mancava mai questa ricorrenza nonostante il nonno fosse seppellito lontano da casa. Ricordo noi cugine, più o meno dell'età dei miei figli, ricordo le preghiere in latino di mia nonna, il rituale che si svolgeva uguale ogni anno. E i miei dubbi svaniscono nella certezza che sto facendo la cosa giusta.
EliminaArriverà il momento giusto anche per Lorenzo e sono certa che ti stupirà con le sue domande, perché i bambini hanno un modo incredibile di guardare il mondo.
I bambini... hanno un modo tutto loro di approcciarsi alla vita e anche alla morte.
RispondiEliminaIo lo vedo con la monella, che poi è un mix tra ingenuità disarmante, sensibilità e razionalità.
Lolla e Ieie stanno crescendo e le domande per te sono sempre di più. Ma è giusto così, vanno accompagnati anche in questo.
Un abbraccio.
E' vero, come dicevo a Claudia, bisogna imparare dall'esperienza, da chi ci ha preceduto, nella certezza di fare la cosa giusta.
EliminaSull'ultima riflessione di mio figlio, "avrei uno zio", sono comunque rimasta senza parole perché è un pensiero che sfiora anche me, che zio sarebbe stato mio fratello, come sarebbe stato per i miei figli averlo avuto affianco e chissà, magari anche io sarei stata zia. Tutti punti interrogativi destinati a restare in sospeso.
Un abbraccio anche a te cara.
Semplice.
RispondiEliminaAmo il loro approccio e il loro modo di guardare al mondo.
Noi facciamo così tanta fatica.
Un abbraccio a voi.
Vero. Magari riuscissimo a farci piccoli e a guardare il mondo come i bambini, sarebbe un mondo migliore.
EliminaRicambio l'abbraccio :)
Perdonami se appena arrivata casualmente in questo tuo spazio entro subito in argomento col tuo bel post. La mia lunga sperimenta con i bambini, sono insegnante di scuola dell’infanzia, mi dice che i bambini, molto più di noi adulti, percepiscono il senso profondo delle cose, anche della morte, con tanta naturalezza che insegnano a noi grandi come dovremmo approcciarci. Sii serena e non temere di parlare di “cose grandi”, loro, i bambini, le capiscono molto più di quanto noi possiamo immaginare. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Perdonarti di cosa? Grazie di essere passata da qui, innanzitutto, e benvenuta.
EliminaIo infatti, nonostante i timori, vado avanti su questa strada, cerco di imparare da loro, perché i bambini sanno stupirci e darci lezioni che nemmeno immaginiamo, e mi interrogo sulle parole e sui gesti più adeguati, che non sempre arrivano subito. Ma confido nell'amore e nell'indulgenza dei miei figli, che sanno perdonare le nostre imperfezioni proprio perché, come dici tu, percepiscono il senso profondo delle cose.