"Pronto mamma?".
"Ehi Ieie, come va?".
"Bene, siamo appena arrivati con i nonni. Mi passi la Lolla?".
"Pronto Ieie?".
"Ciao Lolla!".
"Ciao".
(...)
"Mmh mmh".
(...)
"Mmh mmh".
(...)
"Va bene ciao".
"Ehi Ieie che mi dici?".
"Niente, volevo solo salutare la Lolla. Va bè ciao".
Di queste 24 ore che Ieie ha trascorso a mare con i nonni, mi rimarranno molti ricordi e altrettante sensazioni. Per la Lolla ha significato poter assaporare quella vita da figlia unica che non ha mai conosciuto, beandosi di attenzioni esclusive, ma scoprendo anche com'è triste vivere in solitudine una routine normalmente binaria. Nessuno in auto con cui bisticciare, o giocare, o ridere. Cartoni selezionati senza compromessi, ma goduti in un noioso silenzio. Pasti volati via veloci e tranquilli: del resto a che serve fare i capricci perché non si vuol mangiare, se non c'è un fratello a cui sottrarre attenzioni?
Per la mamma è stato come ringiovanire di due anni in un sol giorno. Perché, diciamocelo, con un figlio è tutto più semplice. E la "messa a letto", senza l'elemento problematico della coppia, è stata solo un buonanotte-preghierina-bacino. E adesso le ho capite, quelle coppie che "no, vogliamo un figlio solo", a loro piace vincere facile.
Tuttavia quel che mi rimarrà più impresso, è stata la telefonata che Ieie ci ha fatto appena arrivato a mare. L'unica con cui ha voluto parlare è stata sua sorella. E allora me li sono immaginati tra qualche anno, quando lo studio o il lavoro li terranno lontani l'uno dall'altra. Me li son visti, con l'entusiasmo e lo splendore della giovinezza, mentre chiacchierano o si scambiano messaggi con chissà quale diavoleria del futuro. E ho pensato che per quanto il mondo vada a scatafascio e la vita sia sempre più precaria, questa cosa bella che c'è tra di loro, non gliela potrà togliere nessuno.
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