È il primo agosto, e
qui al paesino c'è ancora un silenzio irreale, da fine estate, al punto che il
vento che mugghia nella baia e fa tintinnare le drizze delle barche a vela è
l'unico rumore di sottofondo. Sarà perché, negli ultimi anni, le vacanze si
sono concentrate in un periodo sempre più ristretto. Ai miei tempi (sigh) era
il mese di agosto il clou della stagione, quello che attirava folle di
vacanzieri. Oggi bisogna aspettare ferragosto per vedere il movimento, o meglio
il marasma che, all'improvviso, spezza la tranquillità e ci traghetta per dieci
giorni in un girone dantesco di caos, gas di scarico, motoscafi rombanti e liti
per i parcheggi.
Che si sappia: io
non sono per nulla scontenta di questa tranquillità. Per la prima volta da non
ricordo quando, non ho perso nemmeno una notte di sonno a causa della musica a
tutto volume proveniente dai locali che si affacciano sulla baia (ma ne ho
perse molte altre a causa del caldo stratosferico), tutto questo, però, avalla
la politica locale dei lavori a estate inoltrata.
Sì perché da un po'
di anni al paesino va di moda fare i lavori pubblici a estate avanzata, e non
parlo di interventi urgenti dell'ultim'ora, ma di progetti programmabili che
però, vai a capire perché, il Comune e il porto in primis si ricordano di
realizzare quando luglio segna il primo giro di boa. Forse per farci vedere che
si danno da fare, dico io.
Fatto sta che due
anni fa è stato il periodo della dragaggio sabbia. La chiatta San Martino,
stazionata all'imboccatura del porto, sbuffando e chincagliando tirava su
vagonate di sabbia che un bel tubo nero, attraversando il tratto di costa
balneabile, depositava nell'unica spiaggia sabbiosa della marina. Finalmente
l'arenile veniva rimpolpato con la sabbia! gioì il Comune. Bello, bellissimo,
peccato che fossimo a cavallo tra luglio e agosto e i bagnanti rimasero senza
lido per un po', senza parlare della puzza che la sabbia tirata su dal fondale
portava con sé (avete presente?).
Nel 2009, il primo
anno di Ieie al paesino, fu la volta delle ruspe sotto casa per costruire
alcune banchine del porto. Erano i primi di agosto, il bambino aveva sette mesi
e da poco aveva preso a dormire la notte, ed ecco che alle sette del mattino
partiva il concerto delle macchine movimento terra. Chi scavava, chi martellava
i piloni metallici per fissarli negli scogli. Fu in quell'estate che realizzai
che il sonno non sarebbe più stato un mio caro amico.
7 agosto 2009 |
24 luglio 2009 |
Quest'anno la
chiatta San Martino, sempre lei, ci ha dilettato con la posa dei frangiflutti,
anche detti treppiedi, ovvero solidi geometrici in cemento armato che hanno il
compito di proteggere il molo dalle mareggiate che ogni anno danneggiano il
porto ora qui ora là. Le ultime settimane di luglio sono state così allietate
dal rombo della chiatta che caricava sferragliando i frangiflutti a bordo per poi
scaricarli in vari punti, esterni e interni, del porto. 'Na goduria.
Accompagnamento: alcune ruspe, che, con le loro melodie, lavoravano sul molo a
non-si-capisce-bene-cosa.
La chicca di
quest'anno, però, è stato il parco giochi per i bambini. Intorno al 20 di
luglio ruspe solerti hanno iniziato a scavare intorno alle giostre per
eliminare la scomoda ghiaia che sta lì da almeno sei anni (per quel che ricordo
io, eh, che prima di Ieie mica ci andavo al parco giochi) e sostituirla, udite
udite, col prato.
Ora. A parte che
'sto lavoro ha richiesto dieci giorni in cui il parchetto è stato chiuso. A
parte che mi chiedo cosa rimarrà del prato se tutti ci camminano sopra, se,
essendo vicino al mare, l'inverno sarà spruzzato dalle mareggiate, e se,
esperimenti analoghi fatti nelle vicinanze con aiuole e alberi si son conclusi
con il disseccamento degli stessi. Ma soprattutto mi chiedo: perché a fine
luglio?
I beneinformati
sostengono che i lavori all'ultimo minuto sono la conseguenza di una denuncia
che una famiglia straniera ha fatto contro il Comune, dopo che il figlio si è
scorticato sulla brecciolina, e ci sta, ché qui in Italia mica li facciamo i
lavori, se prima non ci scappa il morto. Però mi domando se non ci fosse una
soluzione più pratica, tipo l’ormai diffuso pavimento anti shock che non
richiede irrigazione né potatura. No perché, secondo me, mica ci hanno pensato che col caldo l'erba cresce a vista d'occhio.
29 luglio 2015, il parchetto terminato aspetta la riapertura
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Quindi anche tu vivi in un paesino turistico (il mio è sul lago), con tutte le conseguenze del caso. Ah, come ti capisco! Da noi però il comune si è mangiato tutti i soldi per anni e anni a venire, quindi niente lavori, solo l'orrido e inutilissimo soffiafoglie del dipendente comunale che "pulisce" le strade alle 7 del mattino. Ma non sapevo che la sabbia tirata su dal fondo puzzasse!
RispondiEliminaIn realtà ci veniamo solo d'estate perché i miei hanno una casa di famiglia qui. I soldi il Comune se li spende in ristrutturazioni del paese, al paesino, che è la sua molto più bella frazione, restano le briciole.
EliminaE ahimè sì, la sabbia prelevata dal mare per i primi tempi ha un cattivo odore, come un animale marino pescato e lasciato a decomporsi fuori dall'acqua.