Anni fa, un bel po' di anni fa, c'era un film in cui un uomo al risveglio riviveva ogni volta la stessa giornata. Non lo vidi, me lo raccontarono solamente, e tanto bastò a tenermene lontana perché l'idea di un futuro sempre uguale a se stesso mi rendeva ansiosa.
Ecco quindi che nell'ultimo mese, come su un ottovolante dal quale è impossibile scendere, mi sono ritrovata a rivivere sempre gli stessi problemi chiedendomi se, e quando, sarebbe stato possibile scendere.
Abbiamo tirato fuori il termometro dal cassetto e, come sempre succede quando riemerge dopo il letargo estivo, non l'abbiamo più rimesso a posto. Che dire, con due bambini dovrei esserci abituata, ma purtroppo da due anni a questa parte il termometro rispunta sempre prima, il che significa che passo buona parte della mia vita reclusa a casa a far sempre le stesse cose, come l'uomo del film, programmando come sbrigare tutti gli arretrati non appena ci sarà profumo di guarigione, per poi smaltirli con frenetica ossessione.
Ottobre è stato anche il mese dei risvegli, sì quelli di mio figlio che, con una certa costanza, ha ripreso ad alzarsi la notte per motivi imprecisati. Ci viene a chiamare, quando va bene solo una volta, e se proprio vuole darti una spiegazione ti dice che non riesce a dormire, altrimenti ti guarda muto, cosa che alle tre del mattino non ti rende proprio felice. La situazione spesso degenera quando il padre fa il turno di notte, allora, in certi casi, è stato capace di rimanere sveglio tutta la notte.
Mi sento dire che è colpa mia, che non so rassicurarlo, che lo carico di ansia e lui si agita ancora di più. Io cerco di mantenermi calma, però, ecco, mi è capitato di farlo dormire a letto con me e di essere svegliata ogni ora al solo scopo di verificare che non me ne fossi andata. Allora, che dire, io non ce la faccio a rimanere calma.
Un po' perché sono preoccupata e mi chiedo se non ci sia qualche problema, se non sia il caso di rivolgermi a uno specialista, un po' perché ultimamente mi sento uno straccio e mi capita di poggiare la testa e di cadere in coma. Addormentarsi mentre dal parrucchiere ti lavano i capelli non è il massimo. Specie alla mia età. A me, poi, il non dormire mi mette di cattivo umore, vedo tutto nero e mi sento il cervello offuscato, le forze che vengono meno e non ho voglia di fare un bel niente, neanche ciò che mi piace. Sono uno zombie, ecco.
La ciliegina sulla torta, poi, è stato un tubo otturato con cui le mie affittuarie mi hanno torturato con cadenza quindicinale, sempre all'ora di cena poi, giusto per strozzarmi il boccone in gola.
Mi chiedo quando tutto questo finirà, perché a volte ho la sensazione di essere in una trappola, una specie di supplizio di Sisifo: quando i problemi paiono risolti e le cose volgono al meglio, è proprio allora che sono in allerta a chiedermi quando il masso rotolerà giù di nuovo.
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