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lunedì 24 luglio 2017

Là dove batte l'oceano

Nel 2007, quando facemmo il nostro primo giro on the road della Spagna che da Madrid ci condusse in Andalusia, attraversammo vallate rosse di papaveri, coltivazioni di ulivi intervallate da qualche collina (più le scogliere battute dal vento che faceva mulinare le pale eoliche) su autostrade ottime e gratuite.
Da Madrid all'Andalusia, i paesaggi della Spagna del Sud
Quest'anno, nei nostri spostamenti da Bilbao verso Santander e poi San Sebastian, abbiamo avuto modo di vedere un territorio completamente diverso. Le autostrade, a pagamento e pure care, si insinuavano come serpenti tra montagne verdi che nascondevano la vicina costa.
Le città nel Nord della Spagna, almeno quelle che abbiamo visitato, sono spesso schiacciate dai monti: Bilbao si adagia in una valle e le case risalgono su lungo le pendici; Santander e San Sebastian si allungano tra i rilievi e il mare e la combinazione di piogge e corsi d'acqua regala una vegetazione rigogliosa, sconosciuta alle nostre marine.
Di Santander, capitale della Cantabria, abbiamo purtroppo visto poco. Il palazzo della Magdalena, residenza estiva dei sovrani spagnoli nei primi del '900, aveva da poco cambiato orari di visita e abbiamo scoperto che l'accesso era consentito solo sabato e domenica, noi ovviamente si era lì di martedì e questa porta in faccia, in barba alla perfezione nordica di quelle zone, aveva un sapore nosrtrano. Abbiamo avuto giusto il tempo di visitare il parco del palazzo, che è scoppiato un acquazzone di quelli memorabili e niente, di Santander mi resterà il ricordo di un veloce giro in macchina e di una lunga permanenza nel El Corte Inglés locale.
Il sole ci ha baciati invece a San Sebastian che mi ha fatto pensare a Montecarlo, sebbene io non sia mai stata nel principato di Monaco.
La città basca sorge su di un'ampia baia che culmina, a destra e a sinistra, con due monti, L'Igueldo e l'Urgull. Al centro, quasi a chiudere l'accesso, una piccola isoletta a forma di tartaruga: l'isola di Santa Clara.
Il panorama è davvero bello, almeno quello dal monte Igueldo, la cui cima si può raggiungere facilmente con la funicolare. La spiaggia, come avevamo avuto modo di constatare anche a Valencia, è ampia, pulita e libera. Non siamo scesi fin sulla riva ma devo dire che anche il mare sembrava bello...per lo meno considerando che si trattava di oceano.
San Sebastian ha un fascino retrò. Un centro storico piccolo e antico e ampi quartieri dal gusto primi Novecento. Anche qui, una cura degli spazi pubblici da fare paura. Ovunque, nei Paesi Baschi, era un pullulare di giardinieri e addetti alla manutenzione di fontane, nonché un fiorire di macchinari da noi impensabili, come quello che sminuzzava le potature e le eiettava in un rimorchio.
San Sebastian, spiagge pulite, verde curato e un tocco d'antan
Girare in auto in Spagna si è rivelato ancora una volta semplice. Il parcheggio non è un problema, ogni città ha centinaia e centinaia di posti sotterranei per cui tu paghi, è vero, ma hai la certezza di trovare posto in cinque minuti e in qualsiasi parte delle città, anche in centro (tra l'altro il comune di San Sebastian ha on line tutti i parcheggi con i posti liberi sempre aggiornati: cioè n'altro mondo). Se si è fortunati, poi, magari si può trovare posto anche fuori, lungo le strade. A Bilbao ci siamo riusciti e dopo le otto non si paga.
Rispetto al resto del Paese il territorio basco ci è sembrato un po' più caro. A Bilbao, ad esempio, nonostante avessimo prenotato otto mesi prima, non abbiamo trovato una quadrupla a prezzo decente e quindi abbiamo preferito alloggiare in un paese là vicino. Anche sul cibo bisogna andare cauti, e spulciare bene il menù per non prendere legnate: noi a Bilbao siamo stati un po' ingenui con la sangria (che peraltro avevamo bevuto ovunque a prezzi politici): non abbiamo consultato prima il prezzo e una, dico una caraffa, ce l'hanno fatta pagare 18 euro.
Infine, sebbene non ci siano attrazioni studiate proprio per i più piccoli (a parte i famosi parchi giochi buttati praticamente ovunque in Spagna) come ci era capitato a Valencia, i bambini hanno gradito il giro e i tratti in auto hanno aiutato a diluire la stanchezza.
Da Barcellona, passando per Valencia e Santander abbiamo testato e apprezzato i parchi spagnoli
Abbiamo evitato ovviamente mete troppo culturali, a parte l'Hospital di Sant Pau che peraltro hanno visitato senza lamentarsi, Ieie incuriosito dal fatto che lì prima ci fosse un ospedale, la Lolla saltellante nei giardini, e optato per passeggiate, panorami e visite a monumenti che non richiedessero troppo tempo. Oppure a parchi, come quello del Monsterio de Piedra che ha incantato i bambini con le sue cascate.
Insomma, questo giro mi ha permesso di colmare un desiderio che coltivavo da anni e di vedere un altro spicchio della penisola iberica. Sono tornata a casa sazia e il mio mal di Spagna, per ora, è appagato.
Per ora. C'è ancora quell'Ovest del Paese che mi attira. Ma questo è un altro sogno da coltivare, e una scusa per pensare che prima o poi tornerò al di là dei Pirenei.

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