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lunedì 17 luglio 2017

Bilbao, la Spagna del Nord Europa

Correva l'anno 2001 quando Megan Gale, al suono di Sky di Sonique, nello spot dell'allora Omnitel si esibiva in un numero di pattinaggio acrobatico sul tetto di un edificio dalle volute argentate.
Non ricordo se Google fosse già operativo, certo è che gli smartphone erano di là da venire e, quando avevi un dubbio, ti toccava tenertelo per molto tempo. Non so quanto passò prima di scoprire che quell'edificio era il nuovo museo Guggenheim e che si trovava a Bilbao che in quegli anni stava vivendo un rilancio architettonico e culturale, fatto sta che da allora un semino prese a germogliare nel mio cervello: volevo vedere quella città, volevo vedere quell'edificio argentato.
Sedici anni dopo il mio sogno è diventato realtà e il bello è che le aspettative non sono state deluse. Quando dal ponte Salbeko, entrando in città la sagoma del Guggenheim si è stagliata davanti a noi, siamo rimasti tutti a bocca aperta davanti  a cotanto apparato scenografico.
Le foto non rendono: ma il Guggenheim è davvero maestoso e spettacolare

A colpirci è stata dapprima l'architettura imponente e immaginifica del museo, poi tutta l'area del lungofiume, con i curatissimi spazi verdi, i giochi d'acqua, i viali dove correre e andare in bici, il ponte Zubizuri, il tram che corre accanto al fiume tra rotaie adagiate nell'erba.
L'area del lungofiume: il ponte Zubizuri, i giochi d'acqua e le rotaie in mezzo al prato

Anche qui, abitudine molto spagnola, ogni 3/400 metri c'è un parco giochi, con attrazioni gratuite, moderne e ben tenute. Anche qui ordine, pulizia, decoro e fiori freschi a profusione.
L'area del lungofiume non è nuova, i palazzi dall'aria nordeuropea hanno uno stile d'altri tempi, eppure tutto sembra appena ristrutturato, tutto è pittato, laccato e stirato e tu ti chiedi come facciano, che nei nostri condomini ci scanniamo solo per sostituire una serratura difettosa.
I bellissimi palazzi di Bilbao
Bilbao, dicevo, è una Spagna diversa. Un po' nordeuropea, con quei nuvoloni da clima atlantico sempre in agguato, con i bovindo, i canali, gli scorci che ricordano i quadri di Magritte e quelle facciate colorate stile Amsterdam.
E mentre passeggi, il lato opposto del marciapiede si abbassa e tu ti trovi davanti a uno scorcio magrittiano
Bilbao, però, è sopratutto basca. Qui questa diversità, ostentata con orgoglio, si respira non solo per le bandiere rosse e verdi, le scritte in una lingua strana, ma soprattutto per l'assenza nel Casco Viejo delle grandi catene internazionali che monopolizzano i centri di Barcellona, Valencia o Saragozza.
Il Casco Viejo, la parte antica di Bilbao
Girando nella parte antica della città, forse meno chic rispetto al vicino lungofiume, ci si scopre a sbirciare in vetrine che hanno un sapore retrò. Un negozio di baschi, botteghe con abiti per bambini che per tessuti, ricami e taglio, e la totale assenza di griffe note, ricordano quelli di quando eravamo piccoli; boutique di scarpe e vestiti che hanno un tocco di originalità e che attirano sguardi incuriositi e compiaciuti. Negozi di stoffe, pasticcerie con le specialità locali che occhieggiano invitanti dalle vetrine, alimentari votati al baccalà in tutte le salse.
C'è un qualcosa di unico, forse un po' vintage, che traluce da questi negozi, eppure il risultato non sa di vecchiume, di antico, di sorpassato. Tutt'altro: per noi questo non sottostare alla globalizzazione dei consumi ha un sapore nuovo, e, come le madeleine di Proust, ci richiama alla mente vetrine di un passato che abbiamo assaggiato.
L'orgoglio basco ha la sua massima espressione nell'Athletic Bilbao, la squadra di casa con un palmares di tutti rispetto e una condicio sine qua non per essere reclutati tra le file bianco rosse: il certificato di nascita dei Paesi Baschi.
Non so, forse esagerano con questa storia dell'appartenenza, però a me l'idea del difendere le proprie radici, del non sottostare alla dittatura del mercato (e delle abitudini) globale non dispiace. Dopotutto il mondo è bello perché è vario, e se così non fosse non ci prenderemmo la briga di girarlo.
Tra bambini è facile fare amicizia, anche se si parlano lingue diverse: qui Ieie gioca in Plaza Nueva con un bambino con la maglia dell'Athletic Bilbao

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