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venerdì 1 marzo 2019

Bianco letale

Sul finire de La via del male, avevamo lasciato il detective privato Cormoran Strike intento a demolire, involontariamente, le decorazioni del matrimonio della sua assistente Robin Ellacott. In Bianco letale la narrazione riprende dalle ore successive a quella scena, per poi condurci con un salto temporale a un anno dopo.
Cormoran e Robin lavorano ancora insieme, dopo l'arresto del serial killer di Shacklewell l'agenzia va a gonfie vele, sebbene non sia facile far convivere la popolarità acquisita con le esigenze di anonimato e basso profilo che un'attività investigativa richiederebbe.
Proprio mentre bisogna operare una cernita tra i casi in entrata e cercare qualche altro collaboratore, con la complicità tra Robin e Cormoran che pare essere andata a farsi benedire, compare in agenzia lo sfortunato Billy Knight, un giovane palesemente affetto da un disturbo mentale che racconta a Cormoran di aver assistito all'omicidio di una bambina avvenuto quasi venti anni prima, per poi scappare senza lasciare altri elementi validi.
Il delirio di una mente malata? Chissà, Cormoran  non fa in tempo a capirlo, che il ministro Jasper Chiswell richiede il suo aiuto per un caso di ricatto ad opera nientemeno che di Jimmy Knight.  No, non è una coincidenza,  Billy e Jimmy sono fratelli e, tra l'altro, da ragazzi hanno vissuto nella tenuta dell'Oxfordshire dei Chiswell dove, pare, sia avvenuto il presunto infanticidio. I due casi non sembrano collegati, ma Cormoran non crede alle coincidenze, tanto più che Chiswell si rifiuta di rivelare il contenuto del ricatto, ma vuole solo demolire i suoi avversari.
Già così ce ne sarebbe abbastanza per placare gli appetiti da giallo più insaziabili, ma l'indagine sarà anche più succosa quando, sul punto di perdere il caso, Cormoran e Robin si troveranno tra capo e collo anche un morto.
Lasciati i bassifondi di Londra che avevano fatto da sfondo al romanzo precedente, Robert Galbraith, aka J.K. Rowling, stavolta ci fa fare un salto di classe e ci conduce nell'Inghilterra "bene", quella delle corse dei cavalli e delle gallerie d'Arte con la maiuscola, delle tenute di campagna e dei club gentlemen only, dei quartieri inn come Ebury Street e Notthing Hill, quella, per intenderci, di Westminster.
Il viaggio, come sempre, è gradevolissimo e le 700 e passa pagine si consumano con inaudito piacere al punto che, a metà, già ti chiedi come farai a farne a meno. La mole di indizi è, se possibile, anche più consistente del solito e a ogni interrogatorio davanti a un immancabile pinta di birra, hamburger, bistecca o dim sum, il lettore cercherà di annotare mentalmente e fare ordine tra la marea di elementi a disposizione, ma non perdeteci troppo tempo, tanto i particolari utili saranno proprio quelli scartati senza riguardi.
Il colpevole, di cui Robin e Cormoran parlano già negli ultimi capitoli evitando di dirci chi sia (e procurandoci non pochi rosicchiamenti di unghie), non è sbalorditivo come nei precedenti capitoli. Stavolta bisognerà pescare nella rosa dei sospettati, demolendo quegli alibi a prima vista granitici e non c'è nemmeno quella goduria spettacolare che si prova al momento del disvelarsi dell'assassino. Non alla prima lettura, almeno, perché, come dicevo, gli elementi da riposizionare sono talmente tanti che solo a una seconda lettura di quel colloquio-confessione che a prima vista può sembrare incomprensibile, il lettore finalmente troverà l'ordine a cui aspirava e sentirà soddisfatti tutti i suoi sensi letteral-investigativi.
Se poi vi starete chiedendo cos'è il bianco letale, sappiate che dovrete macinare un po' di pagine prima di capirlo, ma che non ha a che fare con le cause della morte...non direttamente almeno.
Per quanto riguarda i sintomi che si presenteranno a fine libro, nostalgia dirompente per Robin&Corm, desiderio insaziabile di visitare Londra, sete di sangue, pardon di misteri da risolvere, posso aggiungere di non temere: i nostri torneranno perché, come ci lasciano intendere le loro vite private che scorrono di pari passo con le indagini, il bello è appena iniziato. E se non ce la fate ad attendere fino al prossimo volume, be' ci sono sempre i voli low cost per scoprire Londra sulle orme del nostro due investigativo.

Bianco letale, Robert Galbraith, Salani, traduzione di Valentina Daniele, Barbara Ronca, Laura Serra e Loredana Serratore

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

2 commenti:

  1. Io ho letto solo il primo ora deveo recuperare. Ho già in lista gli altri. Bellissima la tua recensione, poi tornerò a dirti cosa ne penso.

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    1. Grazie Priscilla!
      Sì ti consiglio caldamente di leggerli: sono tutti diversi (il primo glamour e sofisticato, più cupo il secondo, il terzo con venature psico(pato)logiche e il quarto molto bon ton) e diversamente affascinanti. Aspetto le tue recensioni!

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