martedì 9 agosto 2016

La via del male

E poi ci sono dei libri che sono come una droga. Non riesci a staccartene, fai fuori un capitolo dopo l'altro e quando mancano appena cento pagine alla fine sei disposto anche a fare le due di notte per leggere l'agognata conclusione. Salvo sentirti, dopo, in astinenza, disposta a rileggere quelle pagine pur di non rimanerne senza.
Mi succede sempre così con i libri della Rowling, maestra, a mio giudizio, nel tessere trame letterarie. Lo è stata con la saga di Harry Potter, continua ad esserlo con lo pseudonimo di Robert Galbraith, l'autore della serie di volumi dedicati al detective privato Cormoran Strike. Il terzo, La via del male, è uscito a giugno in Italia e si apre poco dopo la fine de Il baco da seta.
Seguendo una tradizione già inaugurata ai tempi di Harry Potter, ogni libro, pur presentando un nuovo intricatissimo caso, si ricollega ai precedenti intrecciando l'attività professionale di Cormoran, un ex militare dal fascino burbero e solitario, con la sua vita privata e quella della sua segretaria e collaboratrice, la brillante e solare Robin Ellacott.
In questo nuovo thriller, dai toni decisamente più foschi e truci, la loro agenzia investigativa dovrà scoprire chi e perché si diverte a terrorizzarli, inviando loro parti di un corpo umano. Contemporaneamente scopriremo nuovi elementi sul passato dei due protagonisti e anche il loro rapporto farà dei passi avanti.
Rispetto alle precedenti indagini, questa volta la dinamica della storia appare più statica, anche perché Cormoran e Robin non avranno un caso su cui indagare, quanto più che altro una minaccia da sventare. Li vedremo in giro per la Gran Bretagna a esplorare i bassifondi delle perversioni umane, niente a che vedere con lo sfavillante mondo della moda e con le gelosie e le ripicche dell'editoria che avevano fatto da sfondo ai primi due romanzi.
Anche stavolta Galbraith/Rowling ci porterà a spasso per Londra che, tra mercatini, locali per adulti e pub, sembra un caleidoscopio ricco di infinite combinazioni. Lo stile è quello semplice e preciso che avevamo conosciuto con Harry Potter e la bravura dell'autrice nel lasciarti a bocca aperta sul finale non delude mai. Stavolta, infatti, dopo averci comunicato il nome dell'assassino, ci butta lì un colpo di scena di quelli che vorresti averla davanti per farle un inchino.
Col senno di poi, potrei dire che il "colpevole" si poteva scoprire perché gli elementi, in effetti, ce li aveva dati tutti. Ma lo posso dire solo alla seconda lettura e ad assassino scoperto, perché la Rowling è così brava nel disseminare indizi, quanto nel non farti capire che lo sta facendo.
A questo punto non posso fare altro che aspettare il quarto volume della serie per sperare di migliorare le mie doti investigative. Perché un quarto volume? Perché basta leggere La via del male per capire che le indagini di Cormoran e Robin non sono ancora finite.


La via del male, Robert Galbraith, Salani, trad. di Francesco Bruno

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