martedì 20 dicembre 2016

Natale

"Mamma Babbo Natale deve guardare tutto il giorno la televisione!".
"Oh poveretto, e perché mai Lolla?".
"Perché se no come fa a sapere quello che scelgono i bambini! Lui guarda la televisione così conosce quello che scelgono".

La sera. Zampognari, nenie natalizie, un carretto tirato da un cavallo e fuochi d'artificio a illuminare la notte pungente. Sotto un albero di Natale scintillante fatto di bottiglie di vetro, Ieie e la Lolla sono a colloquio con Babbo Natale e un suo aiutante elfo dalle grandi orecchie. Bisbigliano a quei buffi esseri, sgranano gli occhi, sorridono.
Poco dopo due nuvolette corrono verso di me facendo vibrare l'aria di risate tintinnanti e sventolando un sacchettino.
"Mamma ci ha dato le caramelle anche se sapeva che non eravamo stati buoni".
"Ma come faceva a sapere che non siamo stati bravi?".
Che bello il Natale dei bambini.

mercoledì 14 dicembre 2016

Il mondo visto dai bambini

Qualche giorno fa, a casa dei nonni.
"Nonna ma cosa stanno dicendo al telegiornale?".
"Stanno dicendo che un'infermiera ha ucciso il marito".
"E perché?".
"Perché non lo voleva più e allora ha deciso di ucciderlo".
"Che strano".
"Perché che strano, Ieie?".
"Perché di solito sono i mariti che uccidono le mogli, non il contrario".

martedì 13 dicembre 2016

Figlio

Figlio che sei arrivato per primo in una mattina fredda e tersa di un dicembre di qualche anno fa.
Figlio, che mi hai insegnato sin da subito che l'essere genitori comporta preoccupazioni.
Figlio, che sei curioso e fai mille domande alle quali mi piace rispondere.
Figlio, che ragioni come me, e non sono i tuoi dubbi a stupirmi, quanto il fatto che anche io li avrei formulati nello stesso modo.
Figlio, che anche se non chiedi affetto lo desideri.
Figlio, che hai antenne, radar e vibrisse e capti il non detto e sei ipersensibile.
Figlio, che hai sempre la rabbia e lo scontento a smuoverti ed agitarti.
Figlio, che ti lamenti anche quando ottieni ciò che chiedi.
Figlio, che scarichi sugli altri, su me, le tue frustrazioni dalle origini ignote.
Figlio, che fai di tutto pur di non ascoltarmi.
Figlio, che finisco spesso per sgridare, con dispiacere.
Figlio, che tu non ti ricordi, ma c'è stato un tempo in cui eravamo solo io e te, e riempivo i tuoi pomeriggi di giochi e di risate.
Figlio, che nessuno, oltre me, sa di quando gattonando mi cercavi nascosta dietro al divano per ridere come un matto una volta ritrovata.
Figlio, che oggi sono otto anni di te, e non so dire se sono troppi o pochi.
Figlio, che misuri il tempo con i tuoi vestiti sempre più grandi.
Figlio, che mi chiedo che uomo sarai e quanto di quel che sarai dipenderà da me.
Figlio, che temo il giorno in cui non potrò più chiamarti il mio bambino, ma solo figlio mio.

venerdì 9 dicembre 2016

Storia del nuovo cognome

Lila ed Elena sono tornate e con loro la vita del rione, gli amici dell'infanzia, le gioie semplici di chi è abituato a vivere con poco, se non addirittura nella miseria.
Storia del nuovo cognome, secondo capitolo della quadrilogia dell'Amica geniale, si apre poco dopo la fine del primo volume. Lila si è appena sposata, ma ha scoperto che il marito non è l'uomo che credeva e che sull'amore ha ancora molto da imparare.
Elena, come spesso le succede, guarda la propria vita attraverso la cartina di tornasole delle esperienze di Lila. Nulla ha significato se non lo ha anche per la sua amica, nulla è più bello di quello che fa Lila. E' così che all'inizio della storia Elena trascura la scuola e ipotizza di sposarsi al più presto col suo fidanzatino, Antonio, sebbene non riesca a dimenticare il suo amore d'infanzia, Nino Sarratore. Sarà proprio Lila, imprigionata in un matrimonio che ha il solo merito di averla sottratta alla miseria, a spronarla allo studio. 
L'amicizia tra le due ragazze continua come un yo-yo, alternando momenti di grande vicinanza ad allontanamenti bruschi, fino all'estate trascorsa ad Ischia, in compagnia di Nino, che segnerà in maniera ineluttabile il loro futuro.
Per Lila la vacanza sarà il momento di dare una decisa sterzata al suo matrimonio, per Elena avrà l'effetto di spingerla in uno studio assiduo e insensato, via di fuga che la porterà lontana dal rione e soprattutto da Lila.
Volano in un attimo gli anni dell'università trascorsi in una Pisa lontana. Da qui il racconto di Elena, che sembra aver rotto i ponti con la sua amica, si fa veloce e rarefatto perché, come ammette lei stessa, senza Lila "il tempo si acquieta e i fatti salienti scivolano lungo il filo degli anni come valigie sul nastro di un aeroporto".
Storia del nuovo cognome non tradisce le aspettative di chi aveva amato l'Amica geniale. Lila è ancora la ragazza ribelle che tutto spariglia per il solo gusto di provocare chi le sta intorno, che prende dalla vita tutto quello che può. Eppure è proprio lei, più di Elena, a suscitare in questo capitolo la simpatia del lettore. Seppur assennata e gentile, Elena sembra sempre trascinata dagli eventi e quanto più Lila combatte, a costo di enormi sofferenze e non senza colpi bassi, per scegliere della propria esistenza, tanto più Elena sembra accontentarsi di ciò che trova lungo il cammino, come se non avesse desideri e aspirazioni personali.
Arriva inaspettato il finale, che capovolge la sorte delle due amiche e ci lascia con un cliffhanger pieno di interrogativi. Non resta che tuffarsi nel terzo volume per cercare le risposte.

Storia del nuovo cognome, di Elena Ferrante, edizioni e/o

mercoledì 7 dicembre 2016

Quando un papà va al colloquio scuola-famiglia

Il primo colloquio scuola-famiglia di quest'anno scolastico, e il primo in assoluto della Lolla, se n'è andato senza che potessi prendervi parte. Mai e poi mai avrei voluto mandarci mio marito il quale, è risaputo, è laconico al limite dell'assenza. Al punto che se telefona a un amico per fargli gli auguri per essere diventato papà, non sa nemmeno dirti come si chiama il bambino/a ("Dovevo solo fargli gli auguri, non sono come te che non la smetto più di chiacchierare", si va buò, una via di mezzo no?). Le circostanze però, hanno giocato a mio sfavore e, debilitata da una febbre come non mi accadeva da tempo, ho dovuto accettare che al colloquio ci andasse proprio lui, l'uomo che non deve chiedere mai. E infatti...
Dopo tre, e dico tre, ore in fila per parlare con ben sette insegnanti, ecco quello che mi ha raccontato:
- il giudizio dell'insegnante di storia e geografia della Lolla è stato che la bambina è molto carina (sarà un suggerimento velato affinché non sprechi tempo con lo studio e si dedichi a qualcos'altro?);
- l'insegnante di storia, scienze e geografia di Ieie si è complimentata per il lavoro scritto richiesto ai genitori, una lettera in cui raccontavamo le circostanze della nascita dei nostri figli; a quanto pare la mia l'ha commossa, sicché posso dire che con i compiti delle elementari ancora me la cavo. Si va bè, ma mio figlio?
- la fila più lunga pare sia stata quella dell'insegnante di matematica della Lolla "tutti i genitori stavano dentro a parlare con lei per ore. Tranne me, io mi sono sbrigato subito", e come ti sbagli;
- dopo tre ore di assenza, se non mi fossi impuntata per avere maggiori dettagli, il resoconto del marito sarebbe stato "Tutto a posto, i bambini non hanno problemi a scuola".
Gli elementi di cui sopra sarebbero i maggiori dettagli.

giovedì 1 dicembre 2016

Che forza...

"Mamma sai cosa ci ha raccontato la maestra di storia, scienze e geografia? Ci ha detto che quando andava all'università, una volta, aveva passato tutta la domenica a divertirsi e non aveva studiato e il lunedì il professore l'ha interrogata".
"Allora lei sai che ha fatto? Ha aperto tutti i cassettini della memoria e ha preso i ricordi che aveva e alla fine ha risposto ed è andata bene".
"Mmh mmh".
"Pensa, che forza: non aveva studiato però è andata bene lo stesso!".
"Già, che forza...".