venerdì 30 ottobre 2020

Non vedo, non sento, non parlo

Non vedo non sento non parlo. E' così da stamattina con le mamme che, nuovamente, invece di lavorare, impazziscono sulla chat di whatsapp della classe della Lolla per capire come mai il figlio non veda il documento in condivisione o la connessione salti ogni tre per due.
Devo dire un grazie sentito alla strana coppia della politica pugliese, i nostri Stanlio e Ollio preferiti, Lopalco&Emiliano che hanno intrappolato nuovamente noi mamme in questo inferno. Non so quando sarà il concorso per cui sto studiando ormai da una vita, ma so che per la seconda volta quest'anno ho dovuto abbandonare lo studio per seguire i miei figli. So che di nuovo ci ritroveremo a tavola col piatto vuoto perché invece di fare la spesa e cucinare, sono qui ad accertarmi che il collegamento non salti di nuovo. So che le donne sono sempre e comunque le grandi sconfitte.
Ieri Lopalco a una giornalista scafata che gli faceva notare che chiudere le scuole vorrà dire lasciare i ragazzi liberi di andarsene in giro, con tutta la supponenza tipica di chi si crede superiore perché SA, ha sorriso e risposto che no, i ragazzi non andranno in giro perché faranno la Dad.
Mio figlio è tutt'oggi che mi chiede cosa fare. La sua scuola ancora non ci ha comunicato nulla su come si svolgeranno le lezioni. Sappiamo solo che saranno 15 ore, a fronte delle 30 curriculari perché "vanno a sommarsi con le ore di didattica e correzione degli elaborati dei ragazzi". Questa spiegazione è un mistero della fede. Mi pare che i compiti venissero corretti anche prima, eppure facevano 30 ore anziché 15. Che poi....vogliamo parlare di come vengono corretti i compiti fatti con la Dad?
Ecco un esempio che mi sono premurata si screenshottare lo scorso anno scolastico.
Lo stato della correzione dei compiti di Ieie, una settimana dopo la consegna

No caro Stanlio della politica pugliese. Lei dei ragazzi, della scuola e di noi mamme non sa nulla. E bene ha fato quella giornalista che l'ha fatta cadere in un tranello facendola ammettere che, in buona sostanza, la chiusura delle scuole in Puglia è dovuta alla vostra incapacità. Poi, vedendola in difficoltà, l'ha salutata caramente e ha chiuso il collegamento, come vorrebbe fare ogni donna/mamma in questo momento.
Ho una sola consolazione. Tra pochi anni questi ragazzi andranno a votare. Non sapete nemmeno, voi che i ragazzi NON li conoscete, quanta rabbia abbiano in corpo.

giovedì 29 ottobre 2020

Ci risiamo

E così ci risiamo. Quando ieri ho detto ai miei figli che la scuola avrebbe chiuso di nuovo, la felicità si è spenta nei loro occhi.
Sì lo so, sono una brutta persona perché penso solo ai miei figli mentre la gente muore. Sono una brutta persona perché mi dispiace che, dopo averli costretti a rinunciare allo sport e agli amici, gli sia stata tolta l'unica occasione di socialità e di vita che era loro rimasta. Sono una brutta persona perché quando la gente mi dice che dopotutto perdere quattro o cinque mesi di scuola non è il più grande dei mali, che i ragazzi che hanno vissuto durante la guerra sono sopravvissuti all'ignoranza, trovo queste spiegazioni stupide e assurde (ancor di più se chi sputa sentenze al riguardo non ha figli in età scolare).
Quel che fa male è la malafede. Le bugie che ci propinano e il modo irrispettoso con cui lo fanno. Ieri alle sette il governatore Emiliano, con la consueta sindrome da prima donna che ormai attanaglia politici ed esperti e li fa straparlare dicendo tutto e il contrario di tutto, ha lanciato un annuncio urbi et orbi alle Tv dicendo che avrebbe chiuso le scuole per due settimane, lasciando nella più completa incertezza i docenti, all'oscuro di tutto, e le famiglie. Poi a stretto giro un'ordinanza con cui le due settimane diventano un mese, un'ordinanza datata 27 ottobre. Pur avendo già firmato una chiusura di un mese, quindi, prendeva in giro tutti quanti parlando di sole due settimane.
A questo punto come fidarsi di queste persone? Ma soprattutto cosa dire ai miei figli che stamattina si sono recati a scuola con la morte in volto? 
Intanto Francia e Germania chiudono tutto tranne le scuole. Segno che l'istruzione, per altri, ha un significato. Vorrà dire che i nostri figli tra qualche anno andranno a fare i pizzaioli in Francia e Germania. Dopotutto siamo italiani pronti a un nuovo lockdown, la pizza è la cosa che ci riesce meglio.

venerdì 2 ottobre 2020

Caterina de' Medici un'italiana sul trono di Francia


Quando la scorsa estate visitammo il castello di Chenonceau, nella Loira, tra i tanti dettagli del palazzo mi colpì quel susseguirsi di H (iniziale del re Enrico II) intrecciate a C (la regina Caterina sua moglie) a formare maliziosamente una D (come Diana, l'amante del re).
Scoprire che Enrico II aveva donato il castello alla sua favorita e che Caterina, rimasta vedova, se l'era ripreso, mi fece venire voglia di conoscere la storia di questa regina.
Caterina altro non era che Caterina de' Medici, pronipote di Lorenzo il Magnifico, arrivata in Francia ragazzina dopo averne già viste di cotte e di crude, come sposa del figlio cadetto di Francesco I e divenuta, per l'improvvisa morte dell'erede al trono, moglie del futuro re di Francia. Passata alla storia come madre di tre re, Francesco II, Carlo IX ed Enrico III tutti morti giovani e senza eredi, e come regina nera (portò il lutto per la prematura scomparsa del marito per tutta la vita), la sua fu una storia intensa, non solo perché esercitò la reggenza per i figli divenendo la vera sovrana francese, ma soprattutto perché si trovò a traghettare il trono in uno dei suoi periodi più bui, quello delle guerre tra cattolici e ugonotti, che per molti anni avvelenò e divise la Francia con ben otto guerre civili.
Poco amata dai francesi per le sue origini italiane tutt'altro che nobili, la giovane Caterina trovò un alleato nel suocero Francesco I dal quale apprese l'arte del regnare. Sarà per lui, o per l'amore incondizionato per il marito che le preferiva però la bella Diana al punto da attribuirle onori e poteri, ma dal quale ebbe comunque una decina di figliuoli, che Caterina si adoperò in tutti i modi per mantenere il trono nelle mani dei Valois.
Jean Orieux nella corposa biografia che le ha dedicato dipinge un ritratto inedito della regina, smentendo le accuse di avvelenatrice e orditrice di assassinii che il popolo e la storia le hanno cucito addosso. Amava circondarsi di veggenti ed era superstiziosa, questo sì, ma odiava gli spargimenti di sangue e cercò sempre, per quel che le fu possibile, la mediazione, preferendo la logica dell'accordo a quella delle armi. Regina del traccheggiamento e delle trattative, non esitò a trascinare il giovane e cagionevole Francesco II in giro per tutto il regno allo scopo di fargli conoscere le sue terre e farlo amare dai sudditi.
Il castello di Chenonceau
La sua fu una vita colma di eventi, terribilmente sfiancante e tutta dedita a proteggere il trono dei Valois dalle mire dei Borbone ugonotti e degli ultra cattolici Guisa, sempre in bilico fra guerra e pace, ma segnata dal profondo amore per i figli, l'unico legame rimastole col defunto, amatissimo marito.
Caterina de' Medici un'italiana sul trono di Francia è certo un libro che ci dà un ritratto completo della regina, anche troppo, perché 800 e più pagine di scontri tra ugonotti e cattolici, conditi da congiure, tradimenti e continui cambi di fronte dei protagonisti di quegli anni, mettono a dura prova il più assiduo dei lettori. Se quindi un difetto si può imputare a quest'opera è l'eccessiva lunghezza che non tralascia nemmeno una virgola della vita della regina. Questo, e anche un certo sciovinismo dell'autore che lo porta a liquidare certe situazioni e personaggi con espressioni per niente politically correct del tipo "con Caterina abbiamo creduto spesso di trovarci a Firenze; col nano (uno dei suoi figli, affetto appunto da nanismo) siamo in una fogna napoletana".
Roba che se a scriverla fosse stato un professore di Milano, minimo minimo si apriva un'interrogazione parlamentare.

Caterina de' Medici, un'italiana sul trono di Francia di Jean Orieux, Mondadori, traduzione di Francesco Sircana

Questo post partecipa al Venderdì del libro di HomeMadeMamma