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venerdì 19 luglio 2019

L'ombra del vento

Daniel Sempere ha solo dieci anni quando suo padre lo porta per la prima volta nel Cimitero dei libri dimenticati, un misterioso labirinto nel Raval di Barcellona, dove vengono custoditi i titoli che altrimenti nessuno ricorderebbe più.
E' così che il romanzo L'ombra del vento entra con la prepotenza della scrittura del suo autore, Juliàn Carax, nei pensieri di Daniel, determinando il corso della sua vita.
In cerca di notizie sul misterioso scrittore, Daniel conosce infatti il libraio Barcelò e la sua bella nipote Clara destinata a diventare il primo, sfortunato amore del ragazzo. 
Anni dopo, per colpa dello stesso romanzo, o meglio per salvarlo dalle mire di un inquietante individuo che punta a distruggere quell'unica copia superstite, Daniel si troverà a troncare ogni rapporto con Clara e a stringere amicizia con l'istrionico e fedele Firmìn.
Sarà proprio questo strambo e impareggiabile personaggio ad affiancare Daniel nella ricerca che più di tutto anima il cuore del giovane: scoprire chi era e che fine ha fatto Juliàn Carax e chi è l'uomo che vuole distruggerne tutte le opere.
In un viaggio che si snoda tra presente e passato, andando dai sottotetti fatiscenti di Parigi alle ville fantasmagoriche sulla salita del Tibidabo, Daniel e Firmìn incontreranno amici e conoscenti di Juliàn e cercheranno di ricostruire la sua triste storia come un puzzle dove tanti sono i pezzi mancanti e ancor di più quelli che non combaciano. Perché spesso le cose, e le persone, non sono quelle che sembrano.
Le risposte, non tutte inimmaginabili, arriveranno in una finale dove, dopo essere stato a lungo paragonato a Juliàn, le vite di Daniel e dello scrittore correranno su binari paralleli per poi allontanarsi per sempre.
Le ville sulla salita verso il Tibidabo
Diciassette anni dopo la sua pubblicazione e l'immenso successo seguito, sono riuscita finalmente a leggere L'ombra del vento. Un ritardo imputabile a un altro romanzo di Zafón, Il gioco dell'angelo, che aveva avuto il pregio di risucchiarmi in un groviglio di colpi di scena e in un aumento della tensione sfociati, però, in un finale decisamente incomprensibile. Scottata da cotanta delusione, ci ho messo un po' a decidermi a ridare fiducia a Zafón e alla sua trilogia del Cimitero dei libri dimenticati (L'ombra del vento è il primo di tre e anche Il gioco dell'angelo, che rappresenta una specie di prequel, ha dei punti di contatto con la serie).
Stavolta non sono rimasta delusa. L'ombra del vento ha saputo innanzitutto riportarmi in una città che ho avuto la fortuna di vedere più volte, Barcellona, anche se qui, anziché presentarsi nella sua veste allegra e colorata, la vediamo sfoggiare colori cupi, il grigio del mare autunnale, i cieli sfumati di ruggine, l'anima triste e smorta di una città appena uscita dagli orrori della guerra. Eppure basta un giro sul tram blu verso il Tibidabo o una passeggiata nella Barceloneta per riassaporarne l'anima più seducente.
Come se non bastasse, è un libro che parla di libri e dell'amore per essi giacché, come viene spesso ripetuto, i libri sono specchi in cui troviamo ciò che abbiamo dentro.
A questo si aggiunga una storia i cui personaggi son dipinti con poche, vivide pennellate e che ti si appiccica addosso con una scrittura dialogica che unisce le sfumature del racconto gotico a quelle del giallo, non senza una forte impennata emotiva proprio sul finale.
Un lettore attento e avvezzo al genere, secondo me riuscirà a risolvere alcuni misteri, tuttavia questo non toglierà fascino o pathos al racconto, tutt'altro.
Restano, alla fine, la soddisfazione per una conclusione degna e (stavolta) comprensibile e la voglia di tornare quanto prima a Barcellona nei posti che fanno da sfondo alle vite di Daniel e Juliàn.

L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, Mondadori, traduzione di Lia Sezzi

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma  

5 commenti:

  1. È stato dopo aver letto il libro che decisi di visitare Barcellona. Città bellisisma. Non ho mai più letto nulla di Zafron e forse non ho sbagliato. Un abbraccio!

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    1. Pensa che io comprai Il gioco dell'angelo proprio perché ero stata a Barcellona e volevo un libro che in qualche modo mi riportasse in quella città.
      Adesso sto leggendo Il prigioniero del cielo e, anche se non è al livello de L'ombra del vento, si sta rivelando una lettura piacevole.

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    2. E io aspetto la tua recensione!

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