Sara ha 24 anni, laureata brillantemente la scorsa estate. Aveva tanti progetti, Sara, un corso da seguire a Roma, dove si era trovata così bene, magari anche uno stage. Arriva settembre, carico di promesse dopo una folle estate di libertà. Arriva settembre e il corso a cui si era iscritta, stabilisce, vista la situazione incerta, di partire on line. Neanche trovare uno stage è così facile, a Roma Sara trova solo porte in faccia.
Reclusa a casa davanti a uno schermo, Sara decide di approfittare della laurea di un'amica e di partire per Milano. E' viva Milano ad ottobre, aperitivi, feste, tanti amici, finché Sara si accorge di non sentire più gli odori. Dal timore alla certezza il passaggio è breve, così con la macchina se ne torna nella sua città natale al Sud dove la famiglia le mette a disposizione l'appartamento disabitato dello zio per fare la quarantena.
I mesi passano, Sara non è più positiva, continua a vivere nelll'appartamento dello zio, frequenta il suo corso on line e ha trovato anche uno stage: lo può fare da casa.
Una sua cara amica partirà per andare a vivere all'estero. Ha fatto il tampone, come consuetudine vuole prima di un volo e la sera è passata da lei per salutarla. Cenano assieme. La mattina dopo Sara scopre che l'amica è risultata positiva: le tocca una nuova quarantena, stavolta con tamponi tutti negativi.
Sara è di nuovo libera e domani ha un'altra festa di laurea. Vuole andarci, nonostante la famiglia sia contraria e le abbia detto che a questo punto è meglio che non passi più da casa a trovarli.
Sara ha 24 anni, è sempre stata una ragazza in gamba. Da oltre un anno vive senza aver vissuto. Segue le lezioni attraverso uno schermo. Fa uno stage a casa, analizzando i documenti che le vengono inviati. Tutto in completa solitudine, senza potersi confrontare con persone in carne e ossa. La sera non può andare a mangiare una pizza, alle dieci ha il coprifuoco e adesso anche i genitori hanno timore a stare con lei, non tanto perché potrebbe contagiarli, lei il covid l'ha già avuto, ma perché potrebbe far finire anche loro in quarantena impedendogli di lavorare. Chissà lei quando potrà lavorare.
Quando parliamo di questi ragazzi non facciamo che ripetere che sono egoisti. Degli egoisti il cui unico interesse è fare assembramenti pur di non rinunciare all'aperitivo. Degli incoscienti che non rispettano le regole. Ma diciamocelo, in un anno che alternative abbiamo dato loro? Ce lo ricordiamo cosa vuol dire avere vent'anni?
Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita. (P. Nizan)
Proprio pochi minuti fa, il governatore della Puglia ha disposto la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, fino al 5 marzo, per permettere a docenti e personale di vaccinarsi.
RispondiEliminaAncora un sacrificio per i giovani e, soprattutto, per i bambini.
Poi, non so da quale cilindro verranno fuori tutti questi vaccini in pochi giorni.
È tutto molto assurdo. È passato un anno e, come diceva Vasco Rossi, "siamo ancora qua. Eh già".
Non me lo dire guarda. I dati sugli effetti della Dad sui ragazzi sono impietosi, parlano di un aumento dei ricoveri e degli accessi ai Ps per patologie neuropsichiatriche, eppure ai nostri grandi vecchi che hanno in mano il potere la questione è indifferente.
EliminaSono curiosa di vedere con quali criteri le scuole pugliesi decideranno chi potrà andare in presenza e chi no. L'apoteosi della discriminazione. Altro che scuola dell'inclusione.