venerdì 16 marzo 2018

Padri e figli

Il giovane Arkàdij, fresco di laurea, torna dopo un'assenza prolungata nella tenuta del padre portando con sé il compagno di studi Bazàrov. Nonostante l'enorme gioia suscitata dal ritorno del ragazzo, sin da subito si delineano le differenze nel modo di pensare di giovani e vecchi. Arkàdij, trascinato dall'esempio del carismatico amico, fa parte dei nichilisti, coloro che non credono e non rispettano niente e si scontra con l'attaccamento alle tradizioni del buon padre e, ancor di più, dello zio Pàvel, soldato in pensione, rigoroso conservatore, per il quale senza principi "non si può muovere un passo, non si può nemmeno respirare".
Per sfuggire al clima teso venutosi a creare a Mar'ìno, i due amici decidono di andare a trovare i genitori di Bazàrov, ma prima di arrivare, per una serie di circostanze si ritrovano ospiti della giovane vedova Odincòva che metterà in crisi lo sprezzante Bazàrov. Infatti, in barba a tutte le sue filosofie in base alle quali un uomo che punta la sua vita sull'amore "non è più uomo, ma solo un essere di sesso maschile", il ragazzo si ritrova inspiegabilmente innamorato di lei. Rifiutato dalla bella vedova, torna dai genitori dove cercherà di riprendere studi e riflessioni, con un senso di inutilità ad opprimerlo.
Padri e figli è, se non erro, il romanzo più famoso di Ivan Turgenev e mette in scena il tema del conflitto generazionale visto, ovviamente, all'epoca dello scrittore, ovvero a metà dell'Ottocento.
Come molti romanzi russi racconta vicende lontane da noi sia per epoca che per trazioni, essendo la cultura russa diversa sotto molti aspetti da quella dell'Europa Occidentale. Tuttavia la grandezza della letteratura russa sta, a mio avviso, nella capacità dei suoi scrittori di trattare temi senza tempo, riuscendo a colpire la sensibilità del lettore contemporaneo.
Se non si è capito, insomma, amo molto gli scrittori russi, nel mondo rurale che raccontano, segnato vistosamente dalle stagioni e dalla natura, aleggia un'anima antica capace di parlare anche a noi. Tuttavia Padri e figli, per quanto tratti di un tema che si ripropone sempre, ovvero il conflitto generazionale, mi è sembrato al di sotto di tanti altri capolavori della letteratura russa. I due giovani protagonisti non risultano simpatici: inesperto e ingenuo Arkàdij, che si fa trascinare dall'amico, superbo e parolaio Bazàrov, che non si capisce, alla fin fine, dove voglia andare a parare.
Sicuramente i quasi due secoli passati influiscono sulla resa, ma la sensazione è che ci sia qualcosa di incompiuto.
Restano, comunque, le meravigliose descrizioni dei personaggi e degli ambienti e la capacità di Turgenev di fondare il romanzo prevalentemente su dialoghi in grado di delineare con precisione chirurgica i protagonisti.
Insomma, non resterà tra i miei russi preferiti, ma alla fine, se vi piace il genere, ne vale sempre la pena.

Padri e figli di Ivan S. Turgenev, Crescere edizioni, traduzione di Franco Romanini

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

lunedì 12 marzo 2018

Potenza dei social

Non sono una persona molto social, uno dei pochissimi strumenti che utilizzo è Whatsapp, per il resto se per esempio oggi Facebook implodesse a livello globale, perdendo tutti i dati contenuti, la mia vita non cambierebbe di una virgola.
La scorsa settimana scorrevo le chat di Whatsapp alla ricerca di un contatto quando, leggendo un nome, ho avuto un tuffo al cuore. La persona con cui avevo chattato, otto giorni prima, era morta da poco e proprio quel giorno ero stata al suo funerale. E' stata una sensazione stranissima, rendersi conto che quelle erano le ultime parole che ci eravamo scambiate, la nostra ultima conversazione impressa per sempre sul telefono.
Ancor più strano, forse agghiacciante, pensare che quel nome sarebbe rimasto nella mia rubrica, muto. Da quel numero non sarebbe arrivato più alcun messaggio. Una sorta di trampolino proteso verso il silenzio.
Per un istante ho pensato di rileggere le nostre vecchie conversazioni. Un'idea fugata subito dalla consapevolezza che un gesto simile non avrebbe apportato alcun beneficio.
Potenza dei social, che ti permettono di sentire vicino chi è lontano, ma che lasciano una scia di conseguenze emotive ancora tutte da scoprire.

venerdì 2 marzo 2018

Franken - Meme di Nocturnia 2017

Qualche giorno fa Maris, autrice del blog Cara Lilli, mi ha fatto la piacevole sorpresa di nominarmi per una categoria del Franken-Meme di Nocturnia, un'iniziativa del blog di Nick Paris per indicare i blog simbolo dell'anno appena trascorso.
Così ringraziando la cara Maris per avermi scelta per la categoria Meritevoli di emergere, mi accingo, in quanto nominata, a partecipare a mia volta, stilando la mia personalissima lista, con i blog che a mio parere hanno più di tutti caratterizzato il 2017.


MUST!

Tra i blog che vado subito a leggere non appena c'è un nuovo post, non posso non nominare la Vita secondo la Puff, perché lo stile graffiante e caustico con cui analizza la vita quotidiana è un vero toccasana.

MENZIONE D'ONORE

La menzione d'onore va a le parole verranno, il blog di Francesca su libri, viaggi, scrittura, arte che mi piace molto per la precisione chirurgica con cui riesce a sviscerare le sue riflessioni. E poi, non so perché, ma le sue pagine mi infondono tanta serenità.

NEW ENTRY!

Quest'anno appena trascorso ho imparato a conoscere Priscilla di DATEMI UNA "M". Mamma, lavoratrice e multitasking come molte donne, Priscilla è uno spirito allegro che analizza la vita con umorismo e sdrammatizza i drammi quotidiani.

MERITEVOLI DI EMERGERE

L'angolo di me stessa è in realtà un blog che esiste già da qualche anno, ma io non lo conoscevo e solo da pochissimo ho iniziato a seguirlo, per cui mi riprometto di recuperare il tempo perduto. E' il blog personale di una mamma che ha girato l'Europa con la sua famiglia per il lavoro del marito. Adesso è a Roma, ma la parola fine non è ancora scritta.

HIGHLANDER

Tiziana è una psicologa romana trapiantata a Miami che negli Usa si è reinventata una nuova vita, e già questo basterebbe per seguirla. Il suo blog ero Lucy è un must da molti anni e, come lei, ha cambiato pelle tante volte, rinnovandosi e rimanendo sempre interessante. In più ha lo sguardo ironico e disincantato dei romani, e non c'è bisogno di aggiungere altro.

BLOGGER, TORNA SUL BLOG!

L'unico difetto che posso evidenziare in si campeggia è che ultimamente scrive molto poco e di ciò mi rammarico perché nelle sue riflessioni sulla vita mi ci rivedo molto e, anche quando non siamo sulla stessa lunghezza d'onda, riesco ad apprezzarla ugualmente. Per cui, blogger, torna sul blog!

DESAPARECIDOS

Ecco, qui potrei stilare una lunga lista, ma preferisco fare una scelta indicando Appunti di mamma, so che la vita spesso ci porta altrove, ma, chissà, a volte si può anche tornare indietro.

E con questo termino la mia lista per il Franken-Meme di Nocturnia, ringrazio ancora Maris per avermi dato l'opportunità di partecipare e non posso che augurare a tutti buona lettura!

lunedì 26 febbraio 2018

Cacca's day

Prima ne ha pestata una, all'uscita di scuola, che giaceva fradicia di pioggia all'angolo della strada insieme ai coriandoli rimasti ormai da Carnevale, e ha inzaccherato una scarpa, suola e tomaia, l'altra scarpa, suola e tomaia, i pantaloni e la tappezzeria della mia macchina.
La postina, che passava in quel momento, si è fermata a osservarmi mentre davo di matto, pensando, chissà, che forse doveva chiamare il Telefono azzurro.
Poi, dopo un bel po' di cambi, strofinamenti e lavaggi, quando pensavo di essermi lasciata il peggio alle spalle, è andato in bagno. E mentre era lì, si è messo a giocare usando un tappo di penna come pallone, saltando nel bagno e, sì lo so, sono cose personali, e non si dovrebbero dire per rispetto della privacy dei propri figli, ma anche alla mer cacca che una madre può sopportare c'è un limite, insomma, ha sporcato di cacca il bordo del wc. E poi, senza accorgersene, ci si è seduto sopra.
E ora, dopo un primo pomeriggio così congegnato, con quel mefitico odore che mi sembra promanarsi da ogni dove, mi sento di dire che quello di oggi è stato proprio il cacca's day.
E almeno a questo sfogo, credo di aver diritto.

P.S.
Signora postina, se mi biasima, posso augurarle solo questo: che al ritorno dal lavoro, anche i suoi figli, se ne ha, le abbiano fatto trovare un wc come quello che ho visto io oggi.
E non aggiungo altro.

venerdì 23 febbraio 2018

Pretty little liars-Unbelievable

Ha finalmente un volto A, il misterioso stalker che per quattro volumi ha perseguitato le diciassettenni Spencer, Hanna, Emily e Aria, liceali della facoltosa Rosewood, in Pennsylvania, che, persi i contatti dopo la scomparsa dell'amica Alison, a distanza di quattro anni, si trovano vittime dei ricatti di una persona che sembra conoscere tutti i segreti rivelati un tempo ad Ali. Peccato che Ali sia morta, il suo cadavere ritrovato proprio poco dopo l'inizio dei misteriosi messaggi minatori, e che A sembri conoscere anche le malefatte più recenti delle ragazze. Chi si  nasconde quindi dietro questa vocale?
Spencer, Hanna, Emily e Aria ci metteranno un po' prima di arrivare alla soluzione, tra nuove minacce, ricordi che riaffiorano sulla serata in cui Alison scomparve, segreti del passato e misteriose coincidenze. Stavolta però le quattro adolescenti sembrano aver imparato quanto A sia pericoloso, meno colpi di testa e più cautela e soprattutto collaborazione per sconfiggere uno stalker che in questo quarto episodio suggerisce e spaventa, ma combina meno guai del solito.
La soluzione arriva a nove capitoli dalla fine. Un po' troppo presto per tenere incollati a un libro che fino a quel momento si era letto tutto d'un fiato. Eppure anche qui le cose non sono sempre come appaiono. A è sconfitto, è vero, ma rimangono tanti misteri ancora da risolvere. 
Come mai la polizia non sequestrò il diario di Alison che, in finale di volume, svela chi avrebbe avuto interesse a ucciderla? E il presunto assassino è davvero l'autore della morte della ragazza? A cosa alludeva Ali quando, poco prima di sparire, riferiva di avere problemi nelle relazioni fraterne? Dopo tutto lei e il fratello Jason erano andati sempre d'accordo. Chi fa la spia con gli zii a cui Emily è stata affidata, contribuendo così a farla tornare a Rosewood? E, soprattutto, come mai le amiche continuano a vedere Alison o ragazze che le somigliano?
Siamo quindi ben lontani dalla fine. Sconfitto un A, un altro sembra profilarsi all'orizzonte, con buona pace delle little liars che pure cercano di rimediare ai loro pasticci e di mettere la testa a posto.
La saga continua e anche se personalmente la abbandonerò per un po', mi riprometto che, smaltita la pila di libri che mi aspetta, il prossimo acquisto sarà il quinto volume della serie. Gli ingredienti per proseguire la lettura, infatti, ci sono tutti.

Pretty little liars-Unbelievable, Sara Shepard, Harper Teens

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

giovedì 22 febbraio 2018

Cari maestri

Un bel po' di anni or sono il padre di un mio amico, all'epoca insegnante di scuola media, si trovò davanti alla difficile decisione di bocciare un alunno che meritava sì di essere fermato, ma che era figlio di un delinquente del paese. Bè diciamola, tutta, era proprio affiliato a una nota organizzazione malavitosa e, insomma, il padre del mio amico temeva che una bocciatura avrebbe potuto scatenare rappresaglie. Senonché, durante il colloquio scuola famiglia, il padre del ragazzo, comprendendo la scarsa propensione del figlio allo studio, invitò l'insegnante a non avere scrupoli e a bocciarlo. Narrano le cronache che il padre del mio amico seguì il consiglio del genitore e proseguì serenamente la sua carriera.
Altri tempi. Oggi basta un rimprovero e il povero insegnante se è fortunato deve pagarsi un avvocato, altrimenti, bé...almeno le cure in pronto soccorso sono gratuite.
Cos'è cambiato, cos'è che ha reso la scuola, e i professori, meno autorevoli?
Una dose di responsabilità ce la dobbiamo prendere noi genitori. A un certo punto della sua carriera di insegnate di scuola media, mia madre non vedeva l'ora di levare le tende, non tanto per gli alunni, quanto per i genitori, diceva.
Un tempo si affidavano i figli ai maestri con la grata certezza che li avrebbero formati col loro sapere. Oggi, diciamocelo, non è sempre così, e alzi la mano chi almeno una volta non ha dubitato delle scelte (e delle capacità) didattiche di un insegnante dei propri figli, quando non le ha addirittura criticate davanti a loro. Degli insegnanti si ha, per vari motivi, sempre meno rispetto, e questo aspetto si tramanda dai padri ai figli.
Ci sono, certo, le dovute differenze. Un'amica mi raccontava che quando lavorava a Verona, i genitori dei suoi alunni prendevano sul serio i richiami rivolti ai ragazzi, mentre da quando è tornata nella nostra provincia, gli alunni sono i primi che se la ridono se lei invia una nota scritta ai genitori e questi ultimi, sempre che si prendano la briga di andare a parlarle, sono sempre pronti a giustificare i figli. Probabilmente il fatto che prima insegnasse in una scuola della buona borghesia veronese e oggi in dei paesoni di periferia ha il suo peso, però, chissà.
C'è poi una perdita di autorevolezza che va imputata alla scuola stessa, rea di aver accorciato le distanze tra professori e alunni in maniera troppo disinvolta. Per carità, non rimpiango i maestri che infliggevano punizioni corporali o che semplicemente terrorizzavano gli scolari con uno sguardo, ma oggi si esagera in un buonismo senza senso, al punto che ho visto insegnanti tremare se venivano scoperte ad alzare un po' la voce con alunni terribilmente maleducati.
Oggi alle insegnanti si dà del tu, si risponde con ironia (se non con insolenza), si trattano come le amiche della mamma, dimenticando una cosa: che non sono zie affettuose, amiche, né tantomeno figure materne. Sono insegnanti.
Cosa dovrebbe fare la scuola per ristabilire i ruoli? Non lo so. A me sembra che i professori abbiano armi spuntate, se adesso anche bocciare è diventato tabù. Che poi qual è la ratio di questa scelta? Forse che non "costringendo" i ragazzi a studiare compiranno più volentieri il loro dovere? Sarebbe come dire che da domani aboliamo le contravvenzioni e i punti sulla patente, certi che questa botta di fiducia porterà i guidatori a essere più responsabili. Sì, certo, crediamoci.
Tra l'altro, io di insegnanti incattiviti che provano gusto a bocciare non ne ho mai conosciuti, anzi, ho sempre notato uno spirito opposto. La bocciatura è una scelta sofferta, fatta in casi estremi, quando non rimane altra scelta. Del resto, il diploma "d'ufficio", a che serve?
Cari ministri, ma voi vi fareste mai curare da un medico che all'università non era obbligato a studiare e che ha superato gli esami perché lo stabilisce la legge? Pensiamoci.

venerdì 2 febbraio 2018

Pretty little liars-Perfect

Da quando tre anni prima la loro amica Alison è scomparsa, i rapporti tra le diciassettenni Aria, Hanna, Emily e Spencer si sono raffreddati. Ognuna di loro frequenta nuove compagnie e solo i ricatti del misterioso A che minaccia di rivelare i loro segreti, segreti che ognuna aveva confessato esclusivamente ad Alison, portano le adolescenti a ritrovarsi nuovamente. Il rinvenimento del cadavere di Alison fa tramontare l'ipotesi che dietro i messaggi minatori ci sia la loro vecchia amica e anche lo strano vicino di casa Toby, al centro dei sospetti, si rivela innocente.
Il terzo volume della serie Pretty little liars, Perfect, inizia poche settimane dopo la conclusione del precedente. Le quattro ragazze continuano le loro vite, lontane l'una dall'altra, sollevate dal fatto che A non si faccia sentire da un po'. La sua, però, è solo una pausa momentanea, per ritornare più aggressivo e pericoloso che mai.
Anche stavolta questa presenza misteriosa sembra sapere tutto di loro, segreti vecchi e nuovi, e non si farà nessuno scrupolo. Contemporaneamente un inafferrabile stalker che spia le case di Rosewood, mette in allarme gli abitanti della cittadina e Spencer comincia a ricordare nuovi particolari sulla sera in cui Alison scomparve, che aveva stranamente rimosso.
Parte un po' a rilento questo terzo volume che, rispetto alla seria televisiva, risente a mio avviso di una differenza sostanziale, ovvero il fatto che le quattro protagoniste non sono più amiche e non possono quindi confidarsi i ricatti di A né tantomeno aiutarsi l'un l'altra.
Rispetto alla versione televisiva, quindi, vediamo Aria, Hanna, Spencer ed Emily, annaspare in solitudine davanti ai fendenti di A che, in questo volume, diventa ancora più spietato. Guardarle annegare così, una cattiveria dopo l'altra, fino a toccare il fondo, mette quasi angoscia, mentre nella serie tv la loro amicizia rende il "gioco" più sopportabile.
D'altro canto le ragazze non riescono a tenersi lontane dai guai. Spencer ha copiato un tema e adesso è in lizza per un prestigioso premio, a meno che qualcuno non scopra il plagio; Aria, ai ferri corti con la madre per averle taciuto i tradimenti del padre, non resiste al fascino di un giovane professore; Emily ha una storia clandestina con una compagna di scuola e Hanna fa di tutto per riconquistare la sua amica Mona, che per un malinteso le ha tolto il saluto. Tutto questo, nell'arco di pochi giorni, una settimana circa.
Insomma, anche loro si danno da fare per non lasciare A senza argomenti di ricatto e nel finale il persecutore approfitterà di questi segreti nel peggiore dei modi. Ma A è umano, dopo tutto, e proprio alla fine commetterà un errore che rischia di svelarne l'identità. Le ragazze sono a un passo dal metterlo fuori gioco, a meno che....
Tensione alle stelle e colpi di scena a gò-gò nell'ultimo capitolo, per invogliare il lettore a non snobbare il quarto volume. Per fortuna che la mia copia di Pretty little liars contiene anche il successivo Unbelievable così non dovrò aspettare per conoscere la continuazione.

Pretty little liars-Perfect, Sara Shepard, Harper Teens

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma