domenica 13 dicembre 2015

Sette

Ricordo bene la colazione di sette anni fa: panettone e caffè. La ricordo perché me lo chiesero prima di entrare in sala operatoria. Si sa, un intervento va affrontato a stomaco vuoto e io, che non mi aspettavo quel cesareo a sole 30 settimane e tre giorni, uno prima della fine del settimo mese, quella mattina aveva fatto tranquillamente colazione.
Sarebbe stata l'unica cosa tranquilla della giornata. Dopo, tra sangue e sirene, saresti arrivato tu. Improvviso, inaspettato, in un mare di cose lasciate incompiute come quella gravidanza. Un presepe fatto a metà, regali natalizi prémaman che non sarebbero serviti, e un cornetto di corallo portafortuna comprato a Napoli e giunto troppo tardi.
Sei arrivato così, in una bella giornata di sole dicembrino, con un cielo terso come quello che oggi sembrava voler festeggiare il tuo settimo compleanno. Sei arrivato e sei rimasto due mesi in ospedale, a farmi sentire una madre a metà: con un figlio neonato, ma libera di fare tardi la sera. Mi chiedo spesso quanto questo abbia contribuito a determinare i nostri rapporti.
Ultimamente non facciamo che discutere. Mi sembra di essere in una perenne preadolescenza, con te che ti adombri, non ascolti e provochi ed io che mi tormento dietro ai tuoi silenzi, mi sgolo e minaccio. Lo so che sei fatto così, son fatta così anch'io, siamo due ipersensibili pronti a scattar su alla minima avversità e di ogni pozzanghera facciamo un fossato, ma leggere tra i tuoi silenzi e musi lunghi non è per niente facile.
Vorrei che ti arrivasse presto il dono di capire che non siamo trasparenti, e che l'ineffabile non può essere compreso, nemmeno da chi ci ama di più. Vorrei che ti arrivasse presto il dono del coraggio, il coraggio di dire cosa ci fa star male, anche quando rischiamo di sembrare assurdi.
Eppure c'è ancora qualcosa di quel bambino boccoloso, quel frugoletto con cui passavo tanti pomeriggi complici prima che, duenne, fosse investito suo malgrado del ruolo di fratello, e bambino, grande. Lo vedo in quegli slanci affettuosi, anche quando non sono per me. Lo vedo nell'ingenuità con cui ti entusiasmi per Buzz e Woody, al punto di averli voluti sulla tua torta di compleanno per mostrarli ai tuoi amici che non conoscono i cartoni Disney. Lo vedo nella fanciullezza con cui ti trastulli nei tuoi pensieri di settenne che non ha fretta di sembrare più grande. Lo vedo nell'entusiasmo con cui hai atteso questo tuo compleanno, al punto da annunciarlo anche alle persone con cui non hai molta confidenza, in barba alla tua timidezza, perché "sono contento di dire che è il mio compleanno".
Allora buon compleanno, amore. Noi, tra festa, inviti, dolci e personaggi di Toy Story, abbiamo fatto il possibile. Spero sia stato davvero un giorno speciale, un giorno senza fossati, né pozzanghere, ma solo con un bellissimo sole.

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