sabato 6 febbraio 2016

Una tenera Masha

Le avevo spiegato che non conosceva nessuno. Che era una festa per bambini delle elementari e suo fratello probabilmente avrebbe giocato col cugino e non l'avrebbe considerata. Le avevo suggerito di andare a danza, come ogni giovedì, dove avrebbe incontrato la sua amichetta.
"Mi voglio mettere il costume da Masha" era stata la risposta, anche quando, come ultimo tentativo, le avevo annunciato che una volta lì, biglietto in mano, non sarebbe stato possibile tornare indietro e non avrei accontentato i suoi, già sperimentati, "Mamma andiamocene". Anzi, forse non avrei potuto nemmeno fermarmi lì con loro.
Poi però non ce l'ho fatta a lasciarla. A vederla così piccola, il suo profilo delicato che sbucava sotto il foulard fucsia, gli occhioni grandi da Masha che si guardavano intorno con aria smarrita, mi si è stretto il cuore per la tenerezza.
Cercava di non farsi travolgere da quel via vai frenetico di bambini più grandi, ogni tanto si portava le mani alla bocca e gironzolava nella stanza da sola a piccoli cerchi, incerta sul da farsi. In quel momento stava di certo pensando ai miei avvertimenti e, consapevole di aver fatto una promessa, rimaneva lì nonostante tutto. Quando i bambini hanno iniziato il gioco del tiro alla fune e per lei non era rimasto neanche un posticino, mi si è avvicinata, forse per chiedermi qualcosa, ma uno degli organizzatori, domandandole gentilmente se si stesse annoiando, l'ha presa per mano e ricondotta ai giochi.
Com'è, come non è, a un certo punto l'ho vista per mano alla cugina più grande e così è rimasta fino al momento della merenda. La cugina che si faceva i dispetti con un compagno di scuola e la Lolla al seguito che rideva di quel suo sorriso che le illumina il volto; la cugina che chiacchierava con le amiche e la Lolla, piccina, nel cerchio, con due occhi colmi di spasso.
E' stata contenta, alla fine. E anche brava. Ed è da allora che me la consumo di baci perché è giusto riprenderli quando sbagliano, ma ancora più giusto è far capire che si è fieri di loro.
Perché io lo so, che da quando è iniziata questa storia dell'iscrizione alle elementari, la Lolla sta facendo di tutto per dimostrare che non è troppo piccola per andare in prima con i suoi compagni di materna.
Ai miei rimbrotti che è ancora infantile, poco autonoma e bisognosa di giocare, rimbrotti che esteriormente non sembrano averla toccata, ma che devono averla incisa nel profondo, ha risposto cercando di vestirsi da sola, enunciandomi ogni minimo progresso nella conoscenza di lettere e numeri e mostrando quello che sa fare anziché preoccuparsi di quello che ancora non va. 
E allora basta, io non le dirò più nulla, né cercherò di convincerla a rimandare il grande passo. La guarderò crescere e la elogerò per ogni passo avanti. E le darò fiducia. Perché in fondo la sta chiedendo, e se la merita.


2 commenti:

  1. Stavo per scrivere un commento non molto ottimista al post "speriamo bene" dicendoti che effettivamente gli anticipatari che conosco mi sembrano tutti un tantino a disagio a scuola e che, personalmente, lascerei i bambini liberi e senza pensieri il più a lungo possibile ma qui abbiamo una bimbetta che sa il fatto suo e che è piena di determinazione dunque credo che darle fiducia sia la cosa migliore che tu possa fare. E quando non avrà voglia di andare a scuola o di fare i compiti, ricorda sempre che capita pure ai non anticipatari.
    Un bacio e in bocca al lupo.

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  2. Quando abbiamo iscritto la Lolla alla materna aveva due anni e mezzo, ed ero convinta che avrebbe fatto la prima da anticipataria. Nel tempo, anche parlando con amiche che avevano vissuto questa esperienza sulla loro pelle, ho maturato molti dubbi fino ad arrivare al momento fatidico in preda all'indecisione. Poi è stata proprio mia figlia a convincermi, sia per la sua determinazione, sia perché mi ha raccontato che i compagni nuovi (da noi le classi della materna sono omogenee, primo secondo e terzo anno, e quest'anno sono arrivati dei bambini che non sono andati in prima da anticipatari e hanno ripetuto il terzo anno) non vanno alle feste dei compagni di asilo, ma vanno a quelle degli amichetti che ora sono in prima elementare. Questa cosa mi ha fatto molta tristezza e ho pensato che non volevo questo per mia figlia.
    So che l'anno prossimo non sarà rose e fiori, ma non lo è stato nemmeno per mio figlio più grande, che pure ha iniziato le elementari all'età giusta sapendo già leggere e scrivere. Che dire, ormai ho accettato il rischio e toccherà rimboccarsi le maniche.
    Un bacio e crepi il lupo.

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