Una recente serie televisiva dedicata a Lorenzo il Magnifico, unita alla passione per la storia, mi ha portato a riflettere sul fatto che, a parte le tre quattro cose studiate sui libri di scuola (la congiura dei Pazzi, l'amore per le arti, lo splendore della sua Firenze), sapevo ben poco di questo interessante personaggio. E' così che ho cercato una biografia e, spulciando tra i titoli senza alcuna indicazione a farmi da guida, ho scelto a naso quello che mi convinceva di più, ovvero Lorenzo de' Medici-Una vita da Magnifico.
Si tratta di un'opera di un professore universitario che non ha nulla di polveroso e dottorale, ma, anzi, si avvale di uno stile appassionato e ironico, a tratti canzonatorio, che ripercorre la vita del Magnifico cercando di estrapolare l'uomo dal personaggio ufficiale.
Per fare questo Giulio Busi ha spulciato una mole inimmaginabile di testi e documenti originali, evidenziati da una bibliografia di quasi 100 pagine. Sotto la lente è finita la corrispondenza del Magnifico che pare vergasse, o facesse vergare a suo nome, decine di lettere al giorno a familiari, potenti, amici, collaboratori e postulanti. Interessante, nei primi capitoli, l'arte di chiedere favori di cui pare Lorenzo fosse maestro sin da ragazzo. Come si vede la raccomandazione ha origini illustri e antiche.
Nonostante questo immenso lavoro, non è facile delineare un profilo dell'uomo, perché, anche nelle lettere più personali, il calcolo (dote/difetto che Busi attribuisce ampiamente al Magnifico) sembra prevalere sulla spontaneità.
Il libro scorre piacevolmente e dimostra che la serie Tv non ha ricamato più di tanto sui fatti storici (se non si considera che Lorenzo appariva come un figo da paura mentre i suoi ritratti dimostrano il contrario), anche se, non si capisce se per studiata reticenza o per mancanza di prove certe, su alcuni avvenimenti Busi ci lascia nel dubbio. Lucrezia Donati fu amante del Magnifico o ebbe solo un ruolo da Beatrice dantesca? E Simonetta Vespucci fu più di un invaghimento per il fratello Giuliano?
Certo è che la figura di Lorenzo ne esce meno magnifica di quanto la storia ce lo racconti. Guerriero da armata Brancaleone, banchiere poco avveduto, filosofo e poeta improvvisato, Busi gli riconosce solo di essere stato un abile intrallazzatore, capace di giostrare a proprio piacimento eventi e persone.
Anche quel periodo prospero di pace che l'Italia attraversò durante il suo regno, non sembra poi così pacifico se tra scaramucce, assedi e liti di confine, qualche migliaio di morti ci scappò comunque. Di più. L'autore gli riconosce, se non l'aver appoggiato l'invasione turca di Otranto nel 1480, quantomeno di non aver fatto nulla per impedirla e di averne tratto persino vantaggi.
Per concludere, non ho potuto fare a meno di constatare come il giudizio su questo personaggio storico sia molto meno lusinghiero di quello che viene fuori, ad esempio, dal capitolo che Indro Montanelli gli dedica in Storia d'Italia (vol. L'Italia dei secoli d'oro), sebbene il giornalista toscano riconoscesse vizi e difetti dell'età medicea. E' proprio vero quindi, che la storia è questione di punti di vista. Gli uomini, esseri sfaccettati, possono suscitare opinioni diverse in chi li approccia. La storia, insomma, può assumere sfumature e interpretazioni che variano a seconda di chi ce la racconta.
Lorenzo de' Medici-Una vita da Magnifico di Giulio Busi, Mondadori
Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma
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