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venerdì 23 agosto 2019

Il prigioniero del cielo

A poco più di un anno dalla fine de L'ombra del vento, ritroviamo Daniel Sempere nella libreria di famiglia, sempre coadiuvato dal fedele Fermìn. Sposato con Bea e padre di un figlio, la sua vita sembra incanalata lungo un binario tranquillo quando due eventi lo porteranno nuovamente a percorrere le strade di Barcellona in cerca di risposte e di indizi.
Il primo campanello d'allarme arriva da una lettera con cui l'ex fidanzato di Bea cerca di riallacciare un relazione con la donna, lettera che Daniel trova per puro caso e che lo lascia nel dubbio sulle intenzioni della moglie; la seconda minaccia ha le fattezze di un brutto ceffo che acquista un romanzo nella libreria Sempere con la richiesta di consegnarlo a Fermìn, con tanto di misteriosa dedica.
Da questo episodio scaturirà un avventuroso flashback, con cui Fermìn che, per dirla alla Montalbano, sul suo passato aveva raccontato solo una mezza messa, ci porterà nientemeno che nella fortezza del Montjuic negli anni della guerra civile. Il racconto della prigionia di Fermìn è in realtà il filo che riannoda tutti e quattro i volumi della serie del Cimitero dei libri dimenticati, perché proprio in quel carcere Fermìn, anni prima, aveva incontrato David Martìn, il protagonista de Il gioco dell'angelo, e sempre da lì era stato gettato il seme della sua futura amicizia con Daniel.
Di più non si può raccontare, perché se L'ombra del vento aveva le fattezze di un romanzo concluso in cui ogni personaggio trovava un degno finale (e addirittura venivano anticipati fatti che sarebbero stati sviluppati nei libri successivi), Il prigioniero del cielo, pur risolvendo i due misteri di cui sopra, sembra più un racconto che getta un ponte verso l'ultimo capitolo della serie, aprendo molti interrogativi e lasciando intendere che ogni personaggio, anche quelli secondari, ha una sua storia che da un momento all'altro potrebbe balzare in primo piano.
Rispetto a L'ombra del vento, Il prigioniero del cielo è sicuramente meno "gotico" e anche l'elemento del mistero è più annacquato, non fosse altro perché la storia di Fermìn già sappiamo come andrà a finire (ve l'ho detto, L'ombra del vento anticipava tanti dettagli sul futuro dei nostri protagonisti). Qui è la componente avventurosa a farla da padrona, e in effetti i rimandi al Conte di Montecristo sono più che azzeccati, ma non solo. Man mano che ci si addentra nella storia, che i fatti apparentemente disgiunti appaiono collegati e Zafòn getta semi di interrogativi pronti a sbocciare da un momento all'altro, il lettore intuisce che il terreno è pronto per qualcosa di più grande, per un'altra indagine come quella su Carax, ma stavolta definitiva. E' Il labirinto degli spiriti, il capitolo finale che si prospetta foriero più che di risposte, di colpi di scena.
Anche su aspetti su cui, fino a questo momento, il lettore non ha prestato granché attenzione.

Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafòn, Mondadori, traduzione di Bruno Arpaia

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

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