venerdì 13 novembre 2020

Copritele il volto

 
Qualche anno fa, la maestra di Ieie, per affrontare il tema del racconto giallo, diede alla classe l'incipit di una romanzo chiedendo ai ragazzi di scrivere un'ipotetica continuazione: in una barca portata a riva dalla corrente si scopre un cadavere dalle mani mozzate, uno scrittore di cui da qualche giorno si erano perse le tracce.
Al di là delle performance come giallista di Ieie, quel che mi premette sin da subito fu sapere come continuasse il racconto. Scoprii che l'incipit apparteneva a un certo P.D. James, che P.D. non era un uomo, bensì una prolifica giallista inglese il cui personaggio di punta, l'ispettore Adam Dalgliesh, era per altro protagonista del romanzo e da lì a procurarmi il libro il gioco era fatto.
La seconda trilogia Dalgliesh, a dispetto del titolo comincia con il romanzo con cui il brillante ispettore di Scotland Yard fa il suo debutto, Copritele il volto, che non è quello del famigerato incipit, ma ci vede proiettati nella ridente campagna inglese, precisamente nella tenuta di Martingale, antica dimora in stile elisabettiano con tanto di maneggio e parco.
Qui vive la signora Maxie con i suoi due figli, Deborah e Stephen, sempre circondati da una fedele schiera di amici e poi la servitù, tra cui spicca la bella Sally, giovane ragazza madre accolta dalla famiglia come cameriera e che parrebbe proprio una gran brava persona se non fosse che, nel bel mezzo della festa parrocchiale di Martingale, annuncia urbi et orbi di aver accettato di sposare Stephen. Povera Sally, non sa che quella sarà la sua ultima festa. Nella notte qualcuno la metterà a tacere per sempre e i sospetti ricadranno, ovviamente, sui Maxie e i loro ospiti.
E' a questo punto che fa l'ingresso il nostro investigatore. Di lui non ci viene detto quasi nulla e il lettore si confronta sin da subito con il suo modo d'indagare fatto soprattutto di interrogatori ed elucubrazioni. Si intuisce che Dalgliesh ha una pista, ma da dove arrivi e come la segua non è dato sapere. Al lettore non resta che affidarsi ai pochi elementi che l'autrice mette a disposizione, mentre i personaggi del racconto continuano le loro vite lasciando nel dubbio delle loro reali intenzioni.
Dalgliesh acquisisce elementi e particolari (ma rimane il mistero di come arrivi a certe intuizioni), il lettore capisce che l'assassino ha le ore contate e il finale vede, come nel più classico degli epiloghi, l'investigatore riunire tutti i sospetti in una stanza per smascherare il colpevole.
Più della rivelazione dell'assassino a sorprendere sarà la scoperta che verità e realtà non sempre coincidono.
Ho pensato molto prima di elaborare un giudizio su questo libro. Copritele il volto è molto diverso dai gialli a cui sono abituata. La tensione è sempre minima, quasi controllata, e l'idea che Dalgliesh abbia capito tutto sin dall'inizio certo non aiuta. Sembra che sappia già cosa e dove cercare, sebbene il lettore si senta sempre un po' all'oscuro dei suoi ragionamenti. Il finale è inaspettato, ma manca di quella forza dei coupe de théâtre alla Agatha Christie. Mancano, forse, personaggi ai quali affezionarsi, a cominciare dalla vittima che non suscita per nulla empatia.
Io comunque non demordo. La seconda indagine di Dalgliesh potrebbe essere quella buona. Ci sono una barca e un cadavere, le premesse sono allettanti.

La seconda trilogia Dalgliesh-Copritele il volto, di P.D. James, Oscar Mondadori, traduzione di Marco Buzzi

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

2 commenti:

  1. Sai che non ho mai letto nulla di P.D. JAMES? Dalla recensione del libro direi che non sia il massimo come giallista, o mi sbaglio?

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    1. Anche io non avevo letto nulla. Questo primo titolo non mi ha preso granché, però il secondo titolo della trilogia si è rivelato decisamente migliore, proprio di un altro livello, per cui aspetterò prima di dare un giudizio definitivo.

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