Se potessimo esprimere un desiderio per il nuovo anno, sono sicura che in maggioranza chiederemmo la fine immediata dell'odiato covid con tutto ciò che questo comporterebbe, la guarigione delle persone ancora in ospedale e la ripresa delle attività lavorative in primis.
Assodato questo augurio corale, per il 2021 avrei anche tre piccoli auspici, no anzi, proprio tre richieste che spero possano essere esaudite.
3) La fine delle conferenze stampa di Conte. Ecco, mi auguro che l'anno nuovo, oltre che covid free, sia anche Conte's press conference free, perché già è brutto che ogni tre per due le maglie della tua libertà si restringano, se poi, prima di ogni nuova regola, il presidente del Consiglio ti deve attaccare un pippone interminabile per spiegare la rava e la fava della necessità di cotale scelta, cercando di convincerti che è per il tuo bene, tutto ciò diventa proprio una tortura cinese. Un po' come se il giudice, prima di quantificare la condanna (perché sai che ti condannerà), ti tormentasse con una paternalistica spiegazione sui benefici che la permanenza in carcere ti garantirà o se il meccanico si dilungasse in inutili valutazioni tecniche sulla fenomenologia del parafango prima di dirti a quanto ammonta il danno.
2) La fine delle mielose (e inutili) frasi ipocrite. Se sento un'altra volta che andrà tutto bene tiro fuori il mitra. Non parliamo di "è come quando c'era la guerra" (ah sì, perché c'eri?), "ma che vi costa rimanere a casa? in fondo vi chiedono solo di starvene seduti in poltrona" (di solito detto da chi percepisce il suo stipendio per intero), "sarà un Natale più semplice ma più vero" (sì come no, e poi "ne usciremo tutti migliori"). Pietà e misericordia 2021, liberaci da questa valanga di cliché che non aiutano a stare meglio, ma nella maggior parte dei casi aumentano solo il tasso di intolleranza.
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1) Poter uscire di casa senza prima interrogare il tuo smartphone per capire cosa puoi fare e cosa no. Non chiedersi "è consentito?" per la qualunque, se un amico ha bisogno di un passaggio, se vuoi andare in città a trovare i tuoi (o a comprarti una qualsiasi cosa), se piove a dirotto e un amico di tuo figlio ha bisogno di ripararsi a casa tua. Non uscire ogni volta dal supermercato carica di scorte come se il giorno dopo dovesse scoppiare la guerra, perché "magari domani cambiano le regole e non posso più venire qui a fare la spesa". Non tenermi a distanza dalle persone, non muovermi intorno agli amici seguendo percorsi tortuosi fatti di spazi e vuoti. Non contare i canonici 14 giorni per capire se sono sommersa o salvata, ogni qual volta mi sembra di aver fatto qualcosa di "pericoloso". Spero che il 2021 eradichi queste bizzarre e atroci abitudini che hanno preso possesso del mio cervello. E ci restituisca la vita.
Che questo 2020 fatto di rinunce e di giorni sempre uguali, a pensarci ora, mi sembra di non averlo vissuto per niente.
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