Non so se succede solo a me, ma ogni qualvolta vado a ricomprare un prodotto per il make-up, che sia un rossetto o un fondotinta, mi imbatto in un restyling di tutta la gamma che mi costringe a cambiare colore e modello.
E' la legge del mercato, bellezza, se non t'inventi qualcosa di nuovo, perdi clienti.
Mah, sarà. Comunque, questa non è storia recente, che adesso mi trucco poco e un prodotto mi dura mesi e anni e ci sta che poi non lo ritrovo più, anche quando da ggiovane mi truccavo ogni giorno, il finale non cambiava.
Ricordo quando scoprii con orrore che l'azienda dalla quale mi rifornivo di fodotinta&cipria aveva rifatto tutto: packaging, linee, colori.
"Non si preoccupi - mi disse la commessa - prenda il numero 2 come prima, tanto la numerazione non è cambiata". Fu così che dopo il trucco sembravo essere appena uscita da una seduta di lampada. Quarantamila lire buttate e la scelta, da allora, di ripiegare su prodotti poco costosi, ché non ne valeva la pena. Quindi, a conti fatti, l'azienda perse ugualmente una cliente.
Poi, a tutto questo, si aggiunge il fatto che ormai sono vecchia dentro. Di novità non ne capisco nulla e vado in cerca delle solite quattro cose che adoperavo anche vent'anni fa.
Tipo che qualche settimana fa cercavo una semplice matita per gli occhi e la commessa deve avermi vista in difficoltà tra matite morbide, resistenti all'acqua, sfumabili, interno occhio, esterno occhio, kajal e compagnia cantante, e dopo dieci minuti che me le rigiravo tra le mani è venuta a chiedermi se avevo bisogno d'aiuto (o così o forse ero una ladra). Quasi trattenendo le lacrime le ho spiegato che volevo una semplice matita nera per le palpebre, possibilmente che non si sciogliesse dopo due minuti (che quella che avevo, super professionale consigliatami da un'altra commessa, mi faceva questo effetto panda triste così avvilente).
E niente io mi guardo pure i tutorial su Internet cercando di farmi una ragione della modernità. Di solito digito trucco acqua e sapone o trucco veloce, ma ho capito che dovrei scrivere piuttosto truccarsi con meno di dieci prodotti o trucco senza ipotecare la casa, perché oggi il numero di roba che devi stratificarti in viso per essere minimamente decente si può misurare solo con i numeri periodici.
Blush, primer, BB cream, foundation, face base, face fluid, ma che è? mi chiedo, cosa ne è stato del semplice (e comprensibile) binomio cipria e fondotinta? Guardo stordita tutta sta mercanzia e mi sento come quando qualcuno parla del suo lavoro spiegando di essere un account manager un consultant o un controller (magari con un bel junior davanti a mo' di titolo nobiliare) e mi chiedo perplessa "cioè in pratica che fai?" (che poi, diciamocelo, ancora oggi i nostri bambini alla domanda "che vuoi fare da grande?" è più probabile rispondano l'astronauta o il parrucchiere che il junior consultant, e mi sa che loro hanno capito tutto). Comunque, tornando al make up, dopo essermi aggiornata capisco appieno perché adesso mi trucco molto meno che da giovane, nonostante forse necessiterei di qualche mano di intonaco in più rispetto al passato.
Non è una questione di tempo che manca, di figli che non ti concedono qualche minuto per te, no, la verità è un'altra. Dopo aver capito che non sarò mai in grado di stendere tutti quei prodotti nell'ordine e nel modo giusto, dopo che constato che il mio miglior risultato sarà sempre ben al di sotto del minimo sindacale oggidì richiesto, dopo che mi rendo conto di aver sempre e comunque un aspetto un po' retrò e un po' vintage col mio trucco stile fine anni '90, ripiego sul vero e unico maquillage acqua e sapone: quello che non ha traccia di make up.