mercoledì 9 settembre 2015

Ansia di ritorno

Tornare alla vita di tutti i giorni dopo la villeggiatura estiva è un po' come trasferirsi da Favignana a Times Square. L'effetto straniante è lo stesso. Riprendere le fila degli argomenti in sospeso, dei problemi che aspettano di essere risolti (e che no, non hai dimenticato, hai solo cercato di guardare da una certa distanza) ha un effetto schiacciasassi sul corpo e sulla mente.
Se poi si aggiungono i nuovi problemi, costituiti da tutto quello che è andato in pezzi durante la tua assenza, lo stress è assicurato. A parte un po' di piante che, nonostante le innaffiate settimanali, non hanno retto  al caldo di quest'anno, bisogna aggiungere la lavastoviglie che ha fatto kaput (e un po' me ne do la colpa per aver pensato, poco prima di avviarla, ma avremo fatto bene a prenderla incassata, uguale al resto della cucina? e se poi si rompe?) e la batteria della mia macchina che nemmeno a ricaricarla si è ripresa.
Almeno per quest'ultima, ho avuto la bella notizia che fosse ancora in garanzia (onesto l'elettrauto del paesello che me l'ha fatto presente). Così ho chiamato la concessionaria dove ho comprato la macchina, e che ha anche un servizio officina, e mi hanno confermato che sì, la batteria era ancora in garanzia, ma che per ottenere il servizio assistenza dovevo chiamare il numero verde. Ora risparmierò tutto il racconto delle mie telefonate con Dora da Tirana (due telefonate, perché la prima volta, nel bel mezzo della registrazione, il sistema è andato in tilt e la seconda volta, visto che non mi richiamavano, ho dovuto fare la voce grossa con Dora e alla fine il sistema s'è ripreso); lo spelling di targa, numero telaio e cognome (forse il dato più difficile dei tre) con una straniera (peraltro parlante un ottimo italiano) su una linea che frigge (fateci caso, quando i call center sono all'estero, la linea è sempre disturbata); il sistema, sempre lui, che non rilevava la via di casa mia ("Signora - diceva Dora - esca e chieda a un negoziante qualche indicazione", ora, a parte che sulla via ci sono solo case e manco un negozio, che faceva un caldo torrido e non circolava nessuno, ma la figura della pazza che chiede ai vicini di casa come si chiama la strada in cui abita, anche no, grazie). Fatto sta che alla fine il sistema mi invia un Sms con l'indicazione dell'officina dove il carro attrezzi in arrivo, porterà la mia auto e, sorpresa sorpresa, è quella della concessionaria. Sì, quella che due ore prima mi aveva indirizzato al numero verde. 
Ho il sospetto che la globalizzazione sia una gran presa per i fondelli.
La ciliegina sulla torta del rientro è stato il ripresentarsi dei problemi di Ieie col sonno. Ora io vorrei capire perché, in un mese e mezzo al paesino, è sempre andato a letto tranquillo, e appena tornato ha ripreso con i singhiozzi al calar della sera, i drammatici "Dormirò?" e i risvegli per varie ed eventuali.
Ansia da separazione, l'ha definita un amico laureato in Psicologia e psicoterapeuta.
Il suo rapporto drammatico col sonno risale ai 20 mesi, ma a dire il vero ha avuto alterne vicende. Periodi tranquilli si sono succeduti a periodi più turbolenti e infatti prima dell'estate c'era stata una ricaduta che con la villeggiatura sembrava rientrata.
Sembrava. Perché la prima notte dopo il rientro Ieie ha dormito pochissimo. Succede sempre quando il padre ha il turno di mattina e si alza alle sei. Ieie si sveglia prestissimo, prima del padre, per controllare che anche io non me ne vada (giuro: non l'ho mai fatto). Al paesino, anche se il padre andava al lavoro presto, dormiva tranquillo. Qui siamo punto e daccapo. Ho pensato che forse il fatto che al paesino ci fossero anche i nonni con noi lo rendeva più sicuro, e so che è sensibile, che i cambiamenti lo destabilizzano e che anch'io alla fine delle vacanze divenivo (divengo) preda della malinconia. Ma all'improvviso ho avuto una voglia matta di sventolare bandiera bianca e di arrendermi.
Ecco, se ci fosse un numero verde anche per problemi di sonno di Ieie, sono pronta a contattarlo, fosse pure a Tirana.

2 commenti:

  1. Oh, no, già problemi di sonno? Speriamo che gli passino crescendo!

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    1. Più che già, direi ancora. Sigh.
      Spero anch'io che la crescita aiuti. E spero di avere pazienza a sufficienza.

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