lunedì 23 marzo 2015

Da dove cominciamo

Son passati più di quattro anni da quando, frugando su Internet per ben altri motivi, mi sono imbattuta nel mondo del blogging e del mummy blogging in particolare.
E' stato, devo ammetterlo, amore a prima vista. C'erano donne davvero brave a scrivere, ma non solo, quel che dicevano era interessante, divertente, piacevole e veniva voglia di tornare a visitare le loro pagine per leggere qualcosa di nuovo.
All'epoca aveva un bambino piccolo di nemmeno due anni, arrivato subito dopo esserci sposati (io e mio marito), ma subito subito, perché la gravidanza era durata solo sette mesi "arricchiti" da altri due di soggiorno in Utin.
In meno di un anno la mia vita era cambiata molto, e molte volte. Forse ero anche psicologicamente debilitata, e, insomma, imbattermi in quei blog mi ha aiutato a comprendere quel che mi stava succedendo e a capire che non ero sola. La maternità porta a tutte gli stessi dubbi e lo stesso stress.
Ecco quindi che nei freddi e lunghi pomeriggi invernali passati tȇte a tȇte con mio figlio, arrotondata nel frattempo da un secondo pancione, dopo aver giocato a nascondino, guardato foto, tirato fuori dal sacco tutti i giochi in nostro possesso, combattuto con la spada di gommapiuma e incastrato i pezzi nel puzzle di legno, esaurito il mio repertorio di mamma compagna di giochi, accendevo il computer e con Ieie sulle ginocchia ci abbandonavamo a un po' di sano relax in modalità finestre affiancate. Una con le canzoncine per bambini per lui e l'altra con i blog per me.
E' cominciato così, come un passatempo trasformatosi a poco a poco in un'idea dapprima strisciante"Perché non aprire un blog?" divenuta poi quasi un bisogno.
C'è voluto molto prima che il proposito diventasse realtà, ma fa parte della mia personalità tentennante e indecisa. Per la precisione, un parto, una trasloco, un ciclo di scuola completato e tutte le varie ed eventuali della vita e così eccomi qui. Un po' più vecchia, molto più stanca, con ancora più dubbi di prima e due bimbi lanciati sulla via della crescita.
La domanda, quindi, è d'obbligo: che blog sarà il mio? Perché sì, so cucinare, ma mi limito a proporre ricette trovate sui libri per cui, a meno di non darvi titolo e numero di pagina, il mio non sarà un blog di cucina; preparo tanti dolci, buoni eh?, ma nessuno talmente spettacolare da meritare un servizio fotografico; ammiro quelle mamme creative e portate per il bricolage, ma l'unico risultato nell'aver conservato nastri, scampoli, sacchettini e fiori finti, fedele al motto che tutto può avere una seconda vita, è che ho un cassetto del comò pieno di roba inutilizzata (su dai, non è vero, i nastri li adopero per aiutare mia figlia ad acconciare i capelli delle bambole). Consigli di moda non ne posso dare, che a volte lotto per un'ora con lo specchio reo di non esaltare gli abbinamenti che ho scelto; i viaggi mi piacciono, ma non è che parta così spesso da poter fare tutti 'sti racconti.
A conti fatti, dunque, c'è  solo una cosa che resta: scrivere. Adesso non dirò che scrivere per me è essenziale, che sin da bambina ho riempito pagine di ricordi e tutte quelle cose che anch'io ho letto spesso e ovunque. E' così anche per me, e basta.
Ma siccome il tempo fugge, e si porta via un pezzettino di noi, questo sarà il mio modo per fermarlo. Per ricordare, ché spesso i momenti scivolano via nei buchi della memoria. Per dipingere Ieie e Lolla e pensare di aver ancora i miei piccolini, quando saranno un uomo e una donna impegnati a vivere. Per confrontarmi, certo, e per dare un senso. A tutto.
Bene, credo sia tutto. Posso cominciare.

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