Harry Potter e la camera dei segreti rappresenta un punto di svolta nel ciclo del maghetto di Hogwarts. La capacità narrativa della Rowling si affina e diventa più sofisticata rispetto al primo volume, la storia assume i contorni di una saga grazie all'inserimento di elementi che torneranno utilissimi per comprendere gli ultimi libri e si innesca quel meccanismo a orologeria perfetto che è la vicenda del maghetto più famoso al mondo.
Dal mio punto di vista è di gran lunga superiore a Harry Potter e la pietra filosofale perché, pur conservando ancora quella spensierata fanciullezza che dal quarto volume in poi andrà stemperandosi in toni più lugubri, già mostra la maestria della Rowling nel creare misteri che lasciano col fiato sospeso, dal finale incredibile in tutti i sensi. Secondo come bellezza al prigioniero di Azkaban, che resta il mio preferito, ha riscosso grande successo nella nostra lettura collettiva, resa più agile dalle vacanze estive.
Questa volta il nostro eroe, al suo secondo anno a Hogwarts, sempre affiancato dai fidi Ron e Hermione, dovrà vedersela con una stanza leggendaria che forse esiste o forse no e con un mostro che pietrifica gli studenti. Tra voci disincarnate, diari segreti e pozioni polisucco, i tre amici giungeranno alla soluzione del mistero, che lascerà letteralmente di sasso.
La storia si arricchirà di nuovi personaggi, alcuni dei quali diventeranno nel tempo vecchie, care conoscenze, assumerà toni spassosi in presenza del professor Gilderoy Allock che Ieie e la Lolla hanno adorato, stupirà e no, non farà paura (cosa che molte amiche mamme mi chiedono quando i bambini raccontano di Harry Potter), nemmeno quando i mostri, dalla pagina del libro, si materializzano nell'omonimo film.
Secondo me i miei figli mi stanno ad ascoltare più per il piacere di vedere, a libro finito, il film, che per la lettura in sé, ma va bene così. Sono contenta di aver fatto scoprire loro questo mondo, sono contenta di scoprirlo attraverso i loro occhi perché rileggere i libri e rivedere i film con loro, mi restituisce tutto lo stupore e il fascino che i bambini provano approcciandosi alla saga di Harry Potter.
La Lolla si sveglia la mattina chiedendomi chiarimenti su qualche passaggio dello storia, Ieie ne memorizza le battute, insomma è HarryPottermania e a coronare il tutto, stavolta ho pensato di regalare loro un pezzetto di magia in più.
Così, per festeggiare la fine del secondo capitolo della saga, siamo stati alla Harry Potter Exhibition, la mostra che si è tenuta a Milano nello stabile della Fabbrica del vapore fino al 9 settembre scorso. L'attesa è stata spasmodica e febbrile per tutta l'estate. Poi, finalmente, l'8 settembre abbiamo visitato l'esposizione che, altro non è, che la mise en place del materiale usato per i film: costumi, oggetti di scena, allestimenti.
Si va dagli arredi della torre del Grifondoro alle scope per il Quidditch, dalla tunica di Silente alle mandragole e chi più ne ha più ne metta. Ci siamo divertiti molto a girare tra il materiale cercando di riconoscere ogni singolo pezzo e, anche quando si trattava di elementi o personaggi dei libri successivi che ancora non conoscevano, è stato bello curiosare con loro sui prossimi volumi, cercando, of course, di non svelare troppo.
Dopo la mostra, a mente fredda, posso dire che forse, visto il contenuto dell'esposizione, il prezzo del biglietto potrebbe essere un tantino più contenuto (abbiamo speso mooolto meno per la Pinacoteca di Brera che è pur sempre la Pinacoteca di Brera), però i bambini sono tornati entusiasti, per cui alla fine, vista con i loro occhi, ne è valsa la pena.
Rinvasando mandragole |
Provando a segnare con la Pluffa |
Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma
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