L'avevo notato quando Ieie faceva la prima elementare, poi avevo lasciato perdere, erano altri tempi, mi ero detta, "parliamo di oltre trent'anni fa" ridevano conoscenti e amici facendomi sentire come quelle vecchine che da bambina vedevo rimbrottare con biasimo i giovani troppo disinibiti.
Poi, quest'anno, con la Lolla sbarcata alle elementari, non ho saputo resistere e sono andata a rivedere i miei vecchi quaderni di prima. E ho avuto la conferma.
Dopo un mese di scuola, noi già scrivevamo in corsivo, con la penna, sul quaderno a righe. Oggi, per quella che è l'esperienza con i miei figli, si va avanti con lo stampatello (maiuscolo) fino a novembre, e il corsivo, le righe, la penna, arrivano solo dopo Natale.
Cos'è, noi eravamo più bravi, più intelligenti? Da quel che mostrano i miei quaderni, un mese dopo l'inizio della scuola il corsivo era ben padroneggiato, le pagine ordinate, i margini rispettati.
Il mio quaderno a un mese dall'inizio della scuola |
Ok, ho pensato, forse ai miei tempi non tutti riuscivano a raggiungere quei risultati, forse la maestra andava avanti trascurando chi rimaneva indietro e portandosi appresso lacune insanabili. I ritmi estremamente rallentati di oggi consentono invece di tenere tutti allo stesso livello. Ma è questa la soluzione? Per aiutare chi ha più difficoltà abbiamo facilitato la scuola. Che è come dire che chiudendo le aziende, peggiorando i trasporti e abbassando la qualità dei servizi sanitari del Settentrione saneremo finalmente il gap tra Mezzogiorno e Nord Italia.
Impegnarsi meno per impegnarsi tutti, potrebbe essere lo slogan di questo contratto di solidarietà della scuola, dove nessuno vince: chi è meno dotato, perché non viene aiutato a crescere, e chi ha invece maggiori talenti perché non saranno valorizzati.
A un mese dall'inizio della scuola, oggi |
Non so, sono davvero amareggiata. Non riesco a gioire di tutti i bravissimi che i miei figli portano a casa, se le pagine sono disordinate, pasticciate e a volte con degli errori. Mi sembra che la scuola incoraggi la mediocrità. E di questo non incolpo le maestre, che si limitano a seguire un programma, ma un sistema che ha svalutato l'importanza dello studio. Il sistema, e anche noi genitori.
E' di qualche giorno fa la domanda stupita di una mia amica "ma come, i tuoi figli hanno compiti di sabato?". Esce fuori che nella classe di suo figlio le mamme hanno convocato una riunione con la maestra, protestando contro i compiti al sabato che impediscono alla famiglia di andarsi a divertire.
Proprio così.
Proprio così.
Inutile dire che le mamme hanno avuto la meglio, e non è il primo caso simile che sento.
La verità è che noi genitori siamo i primi a voler facilitare la vita ai nostri ragazzi, in maniera eccessiva e ingiustificata. Una volta cresciuti, però, quando scopriranno che al lavoro non esiste orario, non ci sono sabati né domeniche e spesso, nonostante tutto questo, il salario non corrisponderà alla fatica fatta, potrebbero accusarci di averli imbrogliati.
Ciao Hermione le riflessioni che fai le faccio anch'io. Io mi ricordo le serie infinite (così mi sembravano) di "pensierini" e operazioni in colonna, adesso vedo pagine prestampate da compilare con poche parole e qualche crocetta e un disordine sconfortante. Quando Matteo e' a casa pretendo l'ordine, a volte gli ho pure strappato le pagine e l'ho fatto ricominciare daccapo ma vedo che le pagine scritte a scuola continuano ad essere approssimative e confuse. La maestra dice che l'ordine verrà...Mah...a me, a scuola, niente e' mai arrivato senza impegno.
RispondiEliminaIo non sono il tipo di mamma che questiona il lavoro delle maestre, che anzi elogio incondizionatamente difronte a Matteo, ma a casa continuerò a strappar pagine, tanto poi le riciclo. E speriamo bene.
Baci
Non sai quanto mi consolano le tue parole. Figlia di insegnante, anch'io non amo e non voglio questionare il loro lavoro. Del resto le maestre mi dicono, e dicono a mio figlio, che deve essere più ordinato. Io non ho il coraggio di strappargli le pagine, Ieie è troppo sensibile, non reggerebbe il colpo, e quindi lo invito (ehm costringo) a lavorare in brutta, e faccio fare e rifare se il risultato non è soddisfacente.
EliminaCerto, i quadretti non aiutano a mantenere l'ordine (e a parte italiano, le altre materie come inglese, religione, storia, ecc. usano solo quaderni a quadretti) che, invece, con le righe, è maggiore. Per di più il mio rigore appare incomprensibile ai miei figli dal momento che portano a casa bei voti.
Per questo il tuo commento mi fa molto piacere, perché a volte mi chiedo se il problema sono io, troppo esagerata e fissata. Evidentemente, per fortuna, non sono sola. Resta però il dubbio: che possiamo fare noi genitori?
Davvero la penna dopo natale della prima? Da noi tutta la prima scrivono a matita su quadretti enormi, i miei figli sono disordinati di loro e va bene, ma di sicuro quei mostroni di 1 cm non aiutano..........
RispondiEliminaQuanto ai compiti... è un discorso davvero complicato.
sono d'accordo col fatto che debbano esserci, non tanto per far esercitare i bambini di sabato e domenica quanto per dare una sorta di impringing, di abitudine allo studio che poi sperabilmente si porteranno dietro negli anni a venire. Va fatto con criterio però: so di una maestra della nostra scuola che ha provato a dare anche 80-100 operazioni per il week end, il che mi pare decisamente eccessivo (per non dire fuori di testa). Mio figlio poi ora è in quarta, e quindi ai compiti del finesettimana si aggiunge lo studio delle discipline. E' vero che questo viene dato da una settimana con l'altra, per esempio i mercoledì per il mercoledì dopo assegnano due pagine di storia, il giovedì scienze e il venerdì geografia... quindi niente di troppo pesante. Però, e parlo solo per me, mio figlio fa sport tre pomeriggi a settimana, a partire dalle 18 (la scuola finisce alle 16.30). Quindi: il sabato si fanno i compiti per il lunedì, la domenica si comincia a leggere le pagine delle materie di studio per la settimana successiva, e poi le si rileggono tutti i pomeriggi fino al giorno per il quale sono dovute. Significa che io tutti i giorni, lo porto a casa alle 16.30 e alle 16.45 devo farlo sedere al tavolo di nuovo davanti a un libro, perché deve ripassare prima di andare ad allenarsi. Ha 9 anni. Lo faccio, perché devo e perché spero che gli dia il modo di "abituarsi" per tempo ai ritmi dello studio, però onestamente lo trovo eccessivo.
anche io mi ricordo i compiti delle elementari, anche dati oggi per domani, pensierini, e letture e operazioni. Ma io alle 12.30 ero a casa.
Capisco il tuo problema. Per noi è diverso perché la scuola finisce alle 13 (anche quella dell'amica citata nel post) quindi il problema di cui parli tu per noi non esiste. Anzi, proprio grazie a questi orari i miei figli riescono tranquillamente a fare sport senza sacrificare lo studio. Certo, se uscissero alle quattro da scuola il discorso cambierebbe.
RispondiEliminaSui quadrettoni...almeno quelli ce li siamo risparmiati, da noi solo quadretti da 0,50. Però la cosa non mi consola...