Un paio di mesi fa, sulla tv pubblica è andata in onda la nuova serie del giovane Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Sono riuscita a vedere alcuni degli episodi anche se, raramente, forse solo una volta, sono arrivata alla conclusione, perché a pochi minuti dalla fine la stanchezza ha avuto il sopravvento e mi ha stecchita sul divano lasciandomi nell'incertezza sulla soluzione del caso. Sia ben chiaro, la colpa non è delle trame montalbanesche incapaci di suscitare suspense, ma della mia vita notturna frenetica, e tutt'altro che appassionante.
Il caso ha tuttavia voluto che mi venisse regalato il libro da cui sono stati tratti alcuni degli episodi della serie e ho quindi potuto colmare le mie lacune attingendo direttamente alla fonte.
"Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano", al contrario dei romanzi in cui il commissario di Vigàta appare in versione matura (quelli vestiti da Luca Zingaretti, per intenderci), non si focalizza su un'unica indagine, ma è composto da otto racconti brevi, ognuno con un proprio mistero da svelare. Il lessico, le atmosfere, anche i personaggi, sono quelli a cui Camilleri ci ha abituato. Cambia solo il genere, dal romanzo al racconto, e il tempo in cui si svolgono le indagini del nostro commissario.
Dimenticatevi il XXI secolo, i cellulari, Internet e l'analisi del Dna, Camilleri ci riporta indietro di oltre trent'anni, tra la morte di Sindona e l'attentato a Giovanni Paolo II, quando le spalline erano un must e il televisore aveva ancora il tubo catodico, ma i vizi degli abitanti di Vigàta, e degli italiani, coincidevano già con quelli contemporanei.
Traffico di droga, amanti che non si arrendono, uomini politici coinvolti in scandali sessuali e magistrati compiacenti, condiscono le trame di questi racconti. Otto bon bon da scartare, con il sapore classico delle storie di Montalbano ma da gustare in poco tempo così che chi, come me, non riesce a darsi pace per scoprire il nome del colpevole, deve attendere solo lo spazio di qualche pagina.
Esilarante l'inizio de La transazione, il quinto racconto della serie. Se persino io, di solito così composta e seria, non ho potuto fare a meno di sbottare in una risata, al punto da attirare l'attenzione di un curioso Ieie, vuol dire che siamo davanti a un maestro nel tirare i fili del racconto.
Bello, da far venire i lucciconi, il conclusivo Il ladro onesto. Che a sapere che in Italia ci fosse anche solo un poliziotto, e un malvivente, così, forse potresti anche ricrederti sull'animo umano. Forse potresti credere che c'è ancora un po' di speranza.
Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano, Andrea Camilleri, Sellerio editore Palermo
P.S.
Da segnalare che nell'unico episodio trasmesso in tv di cui abbia visto il finale, il colpevole non coincide con quello del libro. Mi sto ancora chiedendo, vista la mia scarsa lucidità serale, se in realtà non mi sia sognata tutto.
"Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano", al contrario dei romanzi in cui il commissario di Vigàta appare in versione matura (quelli vestiti da Luca Zingaretti, per intenderci), non si focalizza su un'unica indagine, ma è composto da otto racconti brevi, ognuno con un proprio mistero da svelare. Il lessico, le atmosfere, anche i personaggi, sono quelli a cui Camilleri ci ha abituato. Cambia solo il genere, dal romanzo al racconto, e il tempo in cui si svolgono le indagini del nostro commissario.
Dimenticatevi il XXI secolo, i cellulari, Internet e l'analisi del Dna, Camilleri ci riporta indietro di oltre trent'anni, tra la morte di Sindona e l'attentato a Giovanni Paolo II, quando le spalline erano un must e il televisore aveva ancora il tubo catodico, ma i vizi degli abitanti di Vigàta, e degli italiani, coincidevano già con quelli contemporanei.
Traffico di droga, amanti che non si arrendono, uomini politici coinvolti in scandali sessuali e magistrati compiacenti, condiscono le trame di questi racconti. Otto bon bon da scartare, con il sapore classico delle storie di Montalbano ma da gustare in poco tempo così che chi, come me, non riesce a darsi pace per scoprire il nome del colpevole, deve attendere solo lo spazio di qualche pagina.
Esilarante l'inizio de La transazione, il quinto racconto della serie. Se persino io, di solito così composta e seria, non ho potuto fare a meno di sbottare in una risata, al punto da attirare l'attenzione di un curioso Ieie, vuol dire che siamo davanti a un maestro nel tirare i fili del racconto.
Bello, da far venire i lucciconi, il conclusivo Il ladro onesto. Che a sapere che in Italia ci fosse anche solo un poliziotto, e un malvivente, così, forse potresti anche ricrederti sull'animo umano. Forse potresti credere che c'è ancora un po' di speranza.
Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano, Andrea Camilleri, Sellerio editore Palermo
P.S.
Da segnalare che nell'unico episodio trasmesso in tv di cui abbia visto il finale, il colpevole non coincide con quello del libro. Mi sto ancora chiedendo, vista la mia scarsa lucidità serale, se in realtà non mi sia sognata tutto.