martedì 28 giugno 2016

Bulli e pupe

"Io non sto più con M, adesso ho un altro fidanzato. M. sta con G.".
"Ma Lolla, è possibile che a scuola parliate sempre di fidanzati? Andate ancora all'asilo, siete un po' troppo piccoli per pensare a queste cose".
"Sì noi parliamo sempre di fidanzati".
"E voi Ieie? Anche nella tua classe parlate di fidanzate?".
"No, non parliamo".
"Cioè, a scuola non parlate tra di voi?".
"No, non parliamo di fidanzate. Noi parliamo solo di calcio".
La fissata dei ragazzi e il fissato del pallone. E' confortante osservare i tuoi figli diventare esattamente quello che non volevi diventassero.
E' così che cominciano a deluderti.

lunedì 27 giugno 2016

Da dove si exit?

Negli ultimi giorni il marito ha scoperto che il Cud inviatogli dal datore di lavoro (leggi: lo Stato), per il secondo anno consecutivo è sbagliato. Non solo dovrà pagare quanto non gli è stato detratto in busta paga, ma gli tocca pure una sanzione. Ovviamente chi ha compilato il Cud (leggi: qualcuno pagato dallo Stato), dopo essersi fatto cercare a lungo, ha applicato la famosa tecnica dello scaricabarile.
Contemporaneamente, dopo affannoso pagamento di Imu, ho scoperto di aver sborsato per un'area fabbricabile teoricamente confinante con casa mia, ma che in realtà non possiedo. Una parte infatti mi è stata usucapita, ma nessuno ha ritenuto di dovermi informare, dell'altra non v'è notizia al riguardo. Forse è dove il Comune, previo esproprio, ha costruito una strada, forse è stata accaparrata da qualcuno che ci ha costruito una casa sopra, ma che non vuole fare usucapione. Fatto sta che io pago per un terreno fantasma che non si sa cos'è e dov'è. E l'unica soluzione, è affidarmi a qualcuno che sbrogli la matassa.
Per finire, adesso che dopo settimane di fibrillazione la ristrutturazione (fatta a norma, col parere di Asl e Comune) di un locale di mia proprietà sembra essere al traguardo, scopro che il Comune, che è in procinto di rifare i marciapiedi in quella zona, mi chiederà di rimuovere i gradini di ingresso colà siti da oltre vent'anni e quindi di rifare la soglia.
Avrei proprio bisogno di una Brexit per lasciare l'Italia.

venerdì 17 giugno 2016

Adelante, con juicio, verso la primaria. O anche, questo non è un post sponsorizzato

"Nonna, nonna! Sai cosa ho letto alla televisione?".
"No Lolla cosa hai letto?".
"Tim".
"...".
"Ho guardato e ho letto. Ho fatto tutto da sola, non me l'ha detto nessuno".
"...".
"Non so nemmeno io come ho fatto".

martedì 7 giugno 2016

Care maestre

Era andato tutto bene. I bambini avevano cantato con brio e immedesimazione, la Lolla aveva fatto la prima donna ancheggiando sul palco neanche fosse Shakira, nessuno aveva sbagliato la battuta e, come da copione, qualche lacrimuccia aveva superato lo sbarramento delle palpebre materne.
E quando tutto sembrava finito, che ti combinano le maestre? Luci soffuse, silenzio, bimbi che si girano a guardare il muro ed ecco che ti parte un filmato con tutte le foto fatte durante questi tre anni. Le gite, le attività in aula, il teatro, A modo tuo di Elisa in sottofondo e le didascalie a commentare. Poi, per darci il colpo di grazia, gli scatti fatti a ognuno di loro, mammamunito, quel primissimo giorno di quel primo anno. Ci sono tutti, e i bambini si divertono a pronunciare i nomi in coro man mano che le foto scorrono sul muro. C'è anche una minuscola Lolla di due anni e mezzo, la faccia spaurita sotto un caschetto cortissimo, quasi maschile, in braccio a me abbronzatissima e felice (e vai, anche questa va a scuola!).
E lì il pianto, a dirotto, è quasi d'obbligo. Se poi ci metti il carico da 90 di una bellissima filastrocca che parla di bimbi che vanno a esplorare il mondo e la dedica delle maestre, poi ti spieghi tutte quelle mani smaltate che si strofinano gli occhi con nonchalance.

Oggi la Lolla e i suoi compagni hanno presentato il loro spettacolino di fine anno. E' stato quel che si dice un tuffo al cuore: ognuno di loro aveva una maglietta col proprio autoritratto e il nome scritto da loro. Ci hanno cantato le vocali, l'alfabeto e i numeri, perché in questi ultimi mesi le maestre sono riuscite a produrre, anche in bambini come la Lolla che non sapevano distinguere una A da una Z, una conoscenza (per me) insperata delle lettere.
A loro, alla maestra con gli occhiali e a quella senza occhiali, come le chiamano affettuosamente i bambini, va tutta la mia riconoscenza per il meraviglioso lavoro svolto in questi anni. E anche se la scuola non è ancora finita già mi mancano, perché è stato bello, ogni giorno per tre anni, sapere di lasciare mia figlia in un posto dove era felice di stare.