martedì 15 novembre 2016

50 anni in un secondo

"Sai mamma oggi a scuola sono venuti due signori a fare la presentazione di un libro, si chiamavano Francesco e Matteo".
"Ah davvero, e di che parlava il libro?"
"Di Tito Schipa. Però praticamente, sai Matteo Salvini, quello dell'Italia?"
"Vuoi dire il segretario del partito della Lega Nord"
"Eh. Insomma Francesco somigliava a Matteo Salvini"
"...."
"...."
"E tu com'è che conosci Matteo Salvini?"
"Perché l'ho visto sul telegiornale"


"Ieie lo sai che domani per il mio compleanno andiamo a mangiare fuori con tutti gli zii?"
"Ah sì?"
"Sì, c'è la zia C. e lo zio A., lo zio G. e la zia F. Sei contento?"
"Veramente papà, la cosa non mi entusiasma molto"

Ieie, neanche otto anni, i riferimenti culturali e il vocabolario di un cinquantenne.

venerdì 11 novembre 2016

Harry Potter e la maledizione dell'erede

Ciao Harry, è stato bello ritrovarti dopo tanto tempo. Dopo esserci visti, e rivisti, per un po', sulle stesse pagine, fino poi a capire che era finita, e così doveva andare.
Erano passati dieci anni, nella realtà, e diciannove nella finzione e devo ammettere che avevo un po' di timore perché la tua storia era finita come doveva finire e rimetterci mano poteva essere pericoloso. E deludente. E poi ricordo ancora il trauma giovanile di Pocahontas II, quando scoprii che dopo tutto quello che lei e John Smith avevano passato insieme, lui era diventato un giramondo refrattario all'amore e lei aveva già trovato un altro per rimpiazzarlo. Non si fa così! Sarebbe come scoprire che Cenerentola ha sposato il principe solo perché era ricco e le avrebbe preso una colf.
In aggiunta un testo teatrale, non so, pensavo non fosse roba per te, roba per noi. Niente descrizioni, solo dialoghi, una gestione del tempo così differente a quella alla quale eravamo abituati, pochi anni trascorsi solo nelle prime pagine.
Poi però mi sono dovuta ricredere. Perché là dentro c'eravate tutti voi, tu, Hermione, Ginny, Ron, Draco. C'erano le atmosfere magiche così note e quegli incantesimi che solo a sentire la formula sappiamo già di che si tratta.
E c'eri tu. Che adesso hai la mia età e sei proprio come me, incasinato, con le carte che si accumulano sulla scrivania, le giornate da assemblare tra lavoro e famiglia, i figli che ti mettono in crisi e fanno vacillare le tue poche certezze.
Soprattutto c'è il tuo secondogenito, Albus, così diverso da te, che ti dà tanti problemi. Con lui non riesci proprio a capirti. E ci credo. E' un Serpeverde, odia Hogwarts e per di più il suo migliore amico è il figlio di Malfoy. Eh no, non ti somiglia per niente, non ha ereditato da te nemmeno un po' del tuo carisma, del tuo coraggio, del tuo spirito avventuroso...ma sarà vero?
Che dire, Harry, è stato bello rivedersi anche se per poco, pochissimo. Perché la tua mamma, anche se in questo caso ha lavorato in compagnia, ti ha trattato, ci ha trattato con rispetto. Ha ridestato quel mondo magico e bellissimo al quale appartieni (a proposito, ma quanto sarebbe bello se anche noi italiani potessimo vederlo a teatro? che poi come li hanno realizzati tutti quei cambi di scena?) senza stravolgerlo, seppur raccontando una storia nuova e inaspettata.
Anche stavolta è andata come doveva andare. Ciao Harry, non so se ci rivedremo ancora. In ogni caso, quando la nostalgia busserà, ho otto tuoi ricordi dove andare a ritrovarti.


Harry Potter e la maledizione dell'erede, di J.K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne, Salani editore, trad. di Luigi Spagnol