mercoledì 11 aprile 2018

Se YouTube è responsabile dei nostri bambini

E così viene fuori che YouTube, come Facebook, usa i servizi offerti per fare profitti, al punto che negli Usa diverse associazioni a difesa dei consumatori, spalleggiate da altrettanti studi legali, hanno sporto denuncia contro la piattaforma, rea di aver profilato gli utenti tra 6 e 13 anni, ovvero di aver raccolto informazioni sensibili su di loro (indirizzo del dispositivo mobile, numero di telefono e geolocalizzazione) allo scopo di indirizzare nei confronti di questi utenti pubblicità ad hoc.
A YouTube, per farla breve, si rimprovera di aver fatto soldi in barba a una legge federale che vieta la raccolta dati degli under 13, agendo, tra l'altro, in maniera subdola ed ipocrita perché se l'accesso al servizio sarebbe consentito a partire dai 13 anni in su, è anche vero che la piattaforma è zeppa di contenuti diretti ai giovani e giovanissimi (diciamo anche ai poppanti) e che la raccolta di dati sensibili è avvenuta senza chiedere il consenso dei genitori.
Insomma YouTube è un mostro perverso, che succhia informazioni sui nostri cuccioli e le usa per fare profitto sulla loro pelle.
Da quando la notizia ha cominciato a circolare, sin dal primo nanosecondo, una domanda si è "profilata" dentro di me e son rimasta delusa dal fatto di non aver sentito, o letto, qualcosa che rispondesse al mio dubbio.
Arrabbiarsi con YouTube sarebbe come attaccare gli strip bar notturni perché servono alcolici agli under 13 nonostante sia vietato dalla legge. Ma la domanda è: che ci fa un under 13, di notte, da solo, in uno strip bar? Quindi, parafrasando, come mai l'80% dei bambini statunitensi tra 6 e 12 anni adopera YouTube, se l'accesso è consentito a partire dai 13 anni? Veramente possiamo raccontarci che la colpa è del sito perché non verifica l'età degli utenti (e, anche volendo, come potrebbe farlo)?
Semmai alla piattaforma si può rimproverare di raccogliere cartoni, ninne nanne e video destinati a un pubblico di piccolissimi, ma su, diciamoci la verità, come reagiremmo se da domani tutti questi contenuti sparissero? Come minimo succederebbe quel che accadde nel 1984 quando i pretori ordinarono l'oscuramento delle reti Fininvest e gli spettatori telefonavano infuriati ai giornali per riavere indietro i canali scomparsi.

Proviamo a fare mea culpa, per un attimo, e diciamo la verità: YouTube è la baby sitter più economica ed efficace che esista e molti di noi, senza di lei, non saprebbero come placare le irrequietezze dei pargoli al tavolo del ristorante o i capricci del piccolo Gusberto negli 800 chilometri che ci separano dalla meta delle vacanze. Per non parlare di quel quarto d'ora che noi mamme ci concediamo per preparare la cena o andare in bagno, dopo aver trascorso un pomeriggio tra bubusettetecostruzionifarfallinabellaebianca. Non mi vergogno di ammettere che, quando Ieie non aveva nemmeno due anni, agognavo spasmodicamente il momento Il coccodrillo come fa davanti al computer, perché finalmente avrei potuto stare un po' seduta (ero peraltro incinta della Lolla) dopo aver giocato alla qualunque con lui. Già. Ma davanti al pc eravamo in due, lui chiedeva, io cercavo e controllavo che il contenuto corrispondesse alle nostre aspettative, perché sapevo bene che a volte dietro un cartone apparentemente per bambini si nascondevano contenuti volgari o addirittura porno.
Se i miei figli oggi vogliono guardare YouTube? Certo, se Ieie potesse ci passerebbe interi pomeriggi. Se. Potesse. Perché gli unici casi in cui ci riesce è quando i  nonni (a casa loro, senza la mia presenza) gli lasciano libero accesso al tablet. Per il resto so di essere una madre severa e rompiballe, ma da soli su Internet i bambini non possono andare. E non posseggono nemmeno un proprio smartphone.
Perché il punto, la domanda che mi frulla in testa da quando questa notizia ha iniziato a circolare, è proprio qui: cosa ci fa un under 13 o peggio, un seienne, da solo, su YouTube? Possibile che se un ragazzino viene preso in giro dai compagni a dover rispondere è solo la scuola che non ha saputo accorgersene o che l'ignoranza di un alunno sia imputabile esclusivamente alla maestra incapace?
Davvero se YouTube guadagna sui suoi piccoli utenti la colpa è dei furboni che lo gestiscono?
Davvero vogliamo deresponsabilizzarci e abdicare del tutto al nostro ruolo di genitori?
Pensiamoci bene: solo noi abbiamo il potere di sottrarre i nostri figli alle grinfie di chi vuole farne dei consumatori modello. Solo noi genitori, purtroppo, ne abbiamo l'interesse e chiedere a YouTube di sostituirci in questa opera pedagogica sarebbe follia.

I bambini non fanno forse quel che hanno sempre fatto, cioè osservare la società per capire meglio che posto occupano al suo interno? La televisione non li informa forse sugli usi e sui costumi esattamente come in passato i bambini acquisivano tali informazioni osservando le persone che li circondavano? [...] La risposta è semplice: sì e no. [...] La televisione non è concepita per fornire ai bambini informazioni circa il mondo reale. Quando viene usata per questo scopo fa un pessimo lavoro. La Tv moderna, specie nel modo in cui viene attualmente utilizzata negli Stati Uniti, ha un unico obiettivo: vendere merci. [...] I suoi valori sono i valori del mercato.

Basta sostituire alla televisione il termine Internet 2.0, e questo pamphlet di Karl Popper di qualche decennio fa torna drammaticamente attuale.
E' il famoso Cattiva maestra televisione, e vale la pena rileggerlo.

L'esigenza più importante è scoraggiare i bambini dall'usare la televisione come fonte di informazione sul mondo. Però se insistiamo con i nostri figli affinché guardino meno la televisione, dobbiamo offrir loro altre idee su come passare il tempo. [...] I bambini hanno bisogno di più esperienza e meno televisione. [...] La scuola e la famiglia debbono fare meglio di quanto facciano attualmente e a tal fine hanno bisogno di tutto l'aiuto disponibile. Ridurre l'influenza esercitata dalla televisione nella vita dei bambini è un primo passo. Questo passo va fatto subito.


2 commenti:

  1. Brava, standing ovation! La tua stessa domanda me la sono posta anche io: inutile lamentarsi se i poveri ragazzini vengono letteralmente abbandonati davanti a youtube mentre i genitori sono altrove. E no, non sto dicendo che i miei non utilizzano questa piattaforma, ma lo fanno con l'aiuto di un adulto che, in primis, vigila su ciò che guardano e in secondo luogo per filtrare e spiegare loro quello che stanno guardando, dal cartone animato al video di un prodotto specifico.

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    1. Eppure che YouTube guadagnasse anche con la pubblicità diretta agli under 13 sembra aver suscitato enorme stupore. Io non me lo spiego, cosa pensavano, che cartoni&Co venissero messi on line per puro spirito filantropico? Per venire incontro a noi poveri genitori stressati?
      Ecco, parafrasando una vecchia battuta, mi viene da rispondere a chi si indigna del comportamento di YouTube "è il mercato, bellezza".

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