martedì 11 settembre 2018

Sulle smanie dell'inizio scolastico

Ritorni dalle vacanze e, senza nemmeno accorgertene, i soldi ti sgusciano fuori dal portafogli. Cene fuori? cinema? shopping selvaggio? Neanche a parlarne, la prima grossa spesa della stagione è il materiale scolastico. Ieri ho iniziato, senza peraltro concluderlo, il tour de force tra quadernoni e penne ritrovandomi a domandarmi come abbia potuto sborsare tutti quei soldi per un po' di cancelleria.
E no, io non sono una che vuole tutto griffato, tutt'altro, ieri, al centro commerciale, ero quella che ravanava nel cesto dei pacchi di quadernoni in offerta, alla ricerca dei più convenienti e che, quando si è arresa all'evidenza della fine dei quadernoni a righe di terza, anziché cedere alla proposta della Lolla che sventolava quelli di Elsa da € 1,50 l'uno, ha gridato "Giammai, piuttosto li faccio io con la fotocopiatrice e la spillatrice" (ok, non l'ho urlato ma l'ho seriamente pensato).
Così, sotto un sole ancora terribilmente caldo, siamo andate di negozio in negozio per tornare a casa con 45 tra quadernoni a righe e a quadretti (tutti in offerta). Esagerata? Eppure lo scorso anno ne comprai altrettanti e bastarono sì e no fino a Pasqua. Tempo una settimana e già la metà saranno foderati e destinati a una materia. Prendete un quadernone per storia, scienze e geografia a testa, tre per italiano, due per matematica, un altro ciascuno per religione, inglese, musica e arte, moltiplicate per due (figli) e i conti tornano. Attaccate schede su schede su ogni pagina e i quadernoni finiranno prima che riusciate a memorizzare l'associazione copertina/materia.
Non voglio rispolverare il solito "ai miei tempi", ma è un fatto che i quaderni (piccoli, compatti) che ho usato in cinque anni di elementari, sono all'incirca quanti quelli che Ieie ha fatto fuori nel solo primo anno di primaria.
E va bene che la didattica è cambiata e tutta la solita solfa, ma io, come dice lo spot, guardo al risultato, e non mi sembra che Ieie e la Lolla ne sappiano di più di me alla loro età. E no, non è perché io fossi più brava di loro (tutti i dieci che portano a casa io li vedevo col cannocchiale), è che semplicemente noi, si lavorava di più. Ho ancora l'incubo dei pomeriggi trascorsi a fare l'analisi grammaticale di interi brani del libro di testo, mi pareva che l'orologio si cristallizzasse mentre sottolineavo ogni parola con un colore diverso (blu per il verbo, rosso il nome, giallo l'aggettivo) e le riscrivevo sul quaderno con la relativa analisi.
Però io, a tutt'oggi, potrei fare l'analisi grammaticale solfeggiando su un piede solo, e non so se i miei figli, alla fine della primaria, ne saranno altrettanto capaci.
Così, dicevo, le prime banconote sono volate via solo per i quadernoni, e speriamo che siano soldi ben spesi.
Su qualche altro articolo richiesto dalla scuola, io, che sin da bambina ho avuto il complesso dell'autorità e non ho mai messo in discussione le richieste degli insegnanti, ho glissato con nonchalance. Mi riferisco alla etichette con nome e cognome con cui, dallo scorso anno, dovrebbero essere corredati tutti gli articoli in possesso degli studenti: dai quaderni ai libri, fino alle forbici e a tutti i pastelli.
Lo so che ci sono appositi siti Internet che te li stampano e te li inviano a casa (ma mica te li appiccicano, eh?), ma io lo scorso anno mi sono rifiutata di sottopormi a questa spesa.
I motivi, per parte mia, sono due, entrambi validissimi.
Il primo è che, con o senza nome, i bambini si perdono comunque il materiale scolastico. Le gomme per cancellare, per dire, le ho sempre vergate con il nome dei miei figli su ogni faccia. Questo, tuttavia, non ha impedito che il numero di gomme smarrite e mai più ritrovate sia comunque giunto a una cifra incalcolabile (e infatti mica lo so quante ne abbiamo cambiate negli anni). Sicché etichettare tutto, cui prodest?
Il secondo motivo è  che, se la scuola mi chiede di appiccicare etichette su tutto, anche dal primo all'ultimo dei 24 pastelli, evidentemente suppone che io non abbia nulla da fare e mi stia gentilmente suggerendo un modo per impiegare il tempo libero. Ma io, di tempo, ne ho poco, e quel che mi avanza, so già come impiegarlo di mio (per non parlar dei soldi), sicché siccome lo scorso anno nessuno ha eccepito sulla mancata etichettatura, qualora quest'anno la richiesta si dovesse ripetere, ho già pronta la risposta.
Comunque, io speriamo che me la cavo, e pure i miei figli, va.
I quadernoni oggi e i quaderni di un tempo

Nessun commento:

Posta un commento