venerdì 28 settembre 2018

Una spola di filo blu

I Whitshank sono una famiglia americana come tante. Marito e moglie, Red ed Abby, quattro figli, Amanda, Jeannie, Denny e Stem, una grande casa di legno a Bouton Road nella città di Baltimora. Una casa che è un po' il cuore pulsante della famiglia, sfondo di tante vite, persona essa stessa, costruita con amore e passione da nonno Junior, capostipite dei Whitshank, della cui vita i nipoti conoscono quel poco che il padre ha saputo tramandare.
In Una spola di filo blu, la storia dei Whitshank parte un po' in sordina e ci viene narrata a partire dalla metà degli anni '90, quando Abby e Red sono alle prese col terzogenito Denny che una sera, dopo mesi di silenzio, chiama casa dicendo di essere gay per poi riattaccare e sparire di nuovo. Scopriamo subito che è sempre stato il figlio più problematico, quello che non si fa vivo per mesi e che taglia i ponti non appena ritiene che una domanda, o un commento dei familiari, sia di troppo.
Perché i Whitshank sono una normale famiglia americana, ma come ogni famiglia, a guardarla da vicino, ha le sue stranezze, i suoi segreti, la sua storia che non è mai un racconto lineare, ma assume sfumature diverse a seconda del punto di vista di chi l'ha vissuta e Anne Tyler ce la propone andando avanti e indietro nel tempo, mostrandoci quel che pare ci sia stato e quel che è accaduto, che non sempre coincidono, o forse non come ci saremmo immaginati.
Partendo dal 1994 il racconto arriva velocemente ai giorni nostri, soffermandosi sulla vecchiaia di Abby e Red, e svelando pian piano i perché del carattere difficile di Denny. Ma anche che essere famiglia non si può tradurre in un semplicistico "volemose bene", quanto piuttosto in un saper restare uniti nostante tutto.
Capitolo dopo capitolo ci ritroviamo negli anni '60, in quel pomeriggio giallo e verde in cui Abby, a Bouton Road, capì di amare Red, e scoprì dettagli, mai raccontati a nessuno, sull'incontro di Linnie Mae e Junior.
Di nuovo il nastro del tempo scorre all'indietro e, negli anni Trenta, apprendiamo tutta la verità sulla storia d'amore dei nonni Whitshank. E' così che, piano piano, la saga familiare acquisisce spessore e significato e i legami affettivi vengono inquadrati in una nuova prospettiva.
Ad Anne Tyler il merito di aver saputo costruire e descrivere personaggi complessi e a tutto tondo e di aver raccontato la storia di una famiglia come tante, arricchendola di un intreccio narrativo e di una caratterizzazione di vicende e protagonisti in grado di accendere a poco a poco l'attenzione del lettore.
Il finale ci riporterà ai giorni nostri, potrà piacere o meno (a me la sorte della bella casa di legno ha lasciato un po' di amaro in bocca), ma è proprio come la vita: mai scontata.
Ringrazio Paola di HomeMadeMamma per aver consigliato questa lettura un po' di tempo fa e, come sempre, questo post partecipa al suo Venerdì del libro.

Una spola di filo blu di Anne Tyler, Guanda, traduzione  di Laura Pignatti

4 commenti:

  1. Non lo conoscevo, questo libro, pur avendo già sentito parlare dell'autrice. A me le saghe familiari in genere piacciono.

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    1. Anche a me! proprio per questo la recensione di Paola mi aveva incuriosita, e devo dire che non sono rimasta delusa.

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  2. Deve essere un bel libro da leggere.
    Lo inserisco nella mia wish list. Grazie e buona domenica!

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    1. Il libro, come ho scritto, parte un po' in sordina, ma questa normalissima famiglia riesce a catturare il lettore perché, come tutte le famiglie "normali", racchiude i suoi piccoli segreti, a volte nascosti da una generazione all'altra, che spiegano anche le difficoltà e le impasse nelle relazioni familiari. Io lo consiglio.
      Grazie a te Mariella e buon inizio settimana!

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