venerdì 1 febbraio 2019

La morte nel villaggio

Nel 1930, a dieci anni dalla nascita di Poirot, Agatha Christie tiene a battesimo un nuovo personaggio, una vecchia zitella che vive in un piccolo villaggio inglese di provincia: miss Jane Marple.
La stessa Christie, come racconta il critico Claudio Savonuzzi nella sua postfazione, non ricorda bene come sia nata questa figura destinata a rimanerle appiccicata tutta la vita, proprio come Poirot. E' una fatto, però, che con La morte nel villaggio, miss Marple fa un debutto fortunato nonostante, come spesso avviene nei misteri che la coinvolgono, non solo non sia la voce narrante, ma nella vicenda appaia come uno dei tanti personaggi di contorno, sebbene il suo contributo sia poi determinante.
A raccontarci il misterioso omicidio del colonnello Protheroe, uomo così integerrimo da dimenticare cosa sia la misericordia, è, non a caso, il vicario Clement. L'omicidio avviene infatti nella sua biblioteca e già qui al lettore scatta il primo dubbio. Perché un titolo generico, se la morte avviene in un posto preciso, e quantomeno singolare? Certo la risposta potrebbero fornircela i traduttori dell'epoca, ai quali evidentemente la traduzione letterale La morte al vicariato sembrò poco comprensibile per gli italiani degli anni trenta.
Svelato il primo (facile) mistero, il lettore può gettarsi in quello vero con una certezza: Protheroe non era molto amato nel villaggio, perché già prima del suo omicidio, più di un compaesano se ne augura la morte.
Il villaggio è quel St Mary Mead dove, come si lamenta la moglie del vicario, non succede nulla e che somiglia, a detta di un forestiero, a uno stagno morto. Niente di più falso, "la vita è pressapoco la stessa in qualsiasi luogo", sentenzia Jane Marple che fa la sua comparsa nel secondo capitolo, preannunciata da descrizioni ben poco lusinghiere di terribilissima pettegola del villaggio che sa sempre quel che accade traendone le peggiori conclusioni. Man mano che la vicenda si dipana e il lettore incontra qualche impasse tra orologi che vanno avanti e spiegazioni sulla probabile ora della morte che fanno girare la testa, l'opinione comune su miss Marple non migliora e rimane sempre e solo il vicario a trovarla simpatica, oltre che dotata di intelligenza ed umorismo.
Più di un abitante, intanto, si autoaccusa dell'omicidio, ma la nostra vecchina, per la quale sono sette le persone da sospettare, dimostra la falsità di queste confessioni, riaprendo un caso praticamente chiuso.
La curiosità spinge Clement a seguire le indagini del poco simpatico ispettore Slack, miss Marple appare a momenti per condire il racconto di chiacchiere e osservazioni argute, nonché di dettagli che, per caso o per abilità, riesce a cogliere dal giardino della sua casetta.
Il lettore comincia ad appassionarsi e a provarci gusto, anche perché stavolta gli indizi disseminati dalla Christie sono facili da cogliere, ed è sempre più entusiasta perché ha capito, sta per risolvere il caso, e quando il mistero si svela l'omicida è proprio lui!
Sì, finché non arriva miss Marple a buttare giù il castello di indizi costruito dall'assassino e dalla nostra fantasia.
E' allora che il piccolo microcosmo di St Mary Mead comincia a riconoscerle quei meriti che già Clement le aveva attribuito e miss Jane diventa ingegnosa e capace di avere sempre ragione. Ma miss Marple è, benché sempre intenta a ficcanasare, discreta e modesta, non vuole che si sappia in giro quale è stato il suo contributo alla soluzione della vicenda, le basta aver dimostrato una volta di più quel che le diceva la zia Fanny che "I giovani credono che i vecchi siano sciocchi, ma i vecchi sanno che i giovani sono sciocchi".

La morte nel villaggio di Agatha Christie, Oscar Mondadori, traduzione di Giuseppina Taddei

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

6 commenti:

  1. Meravigliosa Jane Marple.
    Bellissima recensione, complimenti Hermione.

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    1. Grazie Mariella, ma la verità è che è facile scrivere quando si è ispirati da grandi autori e belle letture, ed Agatha Christie sotto questo aspetto è una garanzia. Tutto merito suo quindi!

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  2. E che te lo dico a fare... per me, quando si parla della Regina del Giallo, c'è solo da togliersi il cappello e inchinarsi ;) :)
    Mi unisco ai complimenti di Mariella, hai scritto un post-recensione bellissimo, originale, esauriente, coinvolgente, stuzzicante.
    Questo è uno dei primissimi libri della Christie che lessi da ragazza e, come quasi tutti i suoi, l'ho riletto almeno una volta nella mia vita. Non è quello che preferisco in assoluto con protagonista Miss Marple (il top per me è Polvere negli occhi), ma è molto bello di certo.

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    1. Grazie Maris, sempre gentilissima.
      Anche per me non è il preferito (per adesso in pole position c'è Un delitto avrà luogo, ma ho ancora tanti libri della Christie da leggere per cui potrei anche cambiare parere), anzi all'inizio ho avuto un po' di perplessità, ma poi come al solito Agatha ha saputo trovare stratagemmi sempre nuovi per alzare il livello di attenzione e soddisfare il mio palato di giallista.

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  3. Cara, da me c'è un post sul premio per la comunicazione cortese nella blogosfera e io ho pensato che tu rientri di certo tra quegli amici blogger che sono sempre educati e rispettosi. Se ti fa piacere passa a vedere di che si tratta :)
    Baci.

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