lunedì 28 gennaio 2019

Il sacro fuoco

Da circa un mese Ieie ha iniziato il servizio di ministrante durante la Messa domenicale. E' un'attività che fa con  piacere, vorrei dire perché pervaso da un profondo sentimento religioso, ma devo ammettere che uno dei motivi principali è che gli piace essere al centro dell'attenzione. Non so, forse è una caratteristica normale nei bambini, ma noto che per Ieie quella di mettersi in mostra, essere il vincitore, è un'esigenza fondamentale, fomentata, suppongo, da una società dove esisti solo se appari e sto faticando non poco a fargli capire che la vittoria non è qualcosa che ti capita e con cui ti crogioli nel successo e negli elogi, ma è un mix tenace di talento e impegno. Impegno soprattutto.
Comunque, tornando al servizio di ministrante, essendo stato convocato per l'ultima Messa della mattina, ieri non ci siamo trovati ad assistere alla funzione come al solito. L'abbiamo lasciato in parrocchia mentre gli dicevano che avrebbe portato il cero, e sebbene la solita voce della mammina pedante mi sussurrasse all'orecchio che forse non era un compito adatto ad un bambino decisamente maldestro, la madre saggia ha avuto il sopravvento e ha deciso che avrei fatto meglio a dargli fiducia e chiudere il becco.
All'uscita.
"Be', com'è andata?".
"Mmh, bene".
"Sicuro?".
"...".
"Non mi racconti niente. Hai portato la candela?".
"Sì...ho bruciato un poco la cantoria".
"Come hai bruciato la cantoria???".
"Ma no, poco poco, è rimasto solo un segnetto".
"Ma com'è successo?".
"E' che don Piero parla, parla e io non mi sono accorto che la candela si era inclinata e stava toccando la cantoria".
"Che ti hanno detto?".
"Di non farlo più".
"...".
"Per fortuna che quelli del coro erano in piedi. Altrimenti a qualcuno avrei bruciato anche i capelli".

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