giovedì 7 luglio 2016

Valencia

Valencia è il blu dell'acqua. Del mare, del lago dell'Albufera e delle numerose vasche e fontane che punteggiano la città regalandole frescura, gite in barca e giochi.

Valencia è verde. Verde come le sue piazze dai prati lucidi e ordinati. Verde come i viali ornati di palme, le risaie e gli immensi giardini del Tùria che la tagliano a metà regalandole un paradiso in pieno centro.
Valencia è il bianco della Città delle Arti e della Scienza che con le sue linee avveniristiche fatte di curve, pieni e vuoti, sospensioni e tagli netti ci fa sognare la città del futuro. Città dove il "vecchio" è curato e amato, ma non impedisce la crescita armoniosa del nuovo.
Valencia è colorata. E' il rosso dei garofani in plaza della Reina e sul ponte dei Fiori (meraviglioso, io ci abiterei). I mosaici variopinti della stazione del Nord e le vetrate liberty del Mercado central. E' il rame delle cupole che si accendono al tramonto; i colori pastello delle facciate dei palazzi ottocenteschi, le nuance perlacee degli stucchi, le tinte accese delle ceramiche che rendono queste costruzioni quadri da ammirare col naso piacevolmente all'insù.
Valencia è traffico. Ma senza ingorghi e parcheggi in doppia fila. E' la sua gente sorridente e disponibile che se ti vede in difficoltà si avvicina per chiederti se hai bisogno d'aiuto. Sono i suoi operatori turistici che ti trattano come un cliente da accontentare, e non da spellare. E' il profumo speziato della paella, la dolcezza rinfrescante dell'orchata, gli ortaggi che troneggiano giganti sui banchi del mercato. Sono le piste ciclabili con tanto di semafori; i cani che non vanno "in bagno" dove camminano le persone, ma in spazi appositi; la spiaggia libera, pulita e dotata di fontanelle; i parchi giochi che, puliti e funzionanti, spuntano come funghi in ogni aiuola, perché Valencia ama i bambini.
Valencia è anche la periferia dall'aria povera e dimessa. Qui non troverai boutique di Louis Vuitton o palazzi di lusso, ma non ti imbatterai nemmeno in erbacce ad altezza d'uomo, marciapiedi divelti o mezzi pubblici latitanti.
Perché Valencia è pensata per viverci, è in funzione dei cittadini, siano essi ricchi residenti del centro o squattrinati studenti di periferia. Forse per questo, ogni opera realizzata, da uno scivolo al restauro di un monumento, reca fieramente il timbro di chi l'ha finanziata, la Generalitat valenciana.
Valencia, con quasi 800mila abitanti, è la terza città della Spagna, un Paese che economicamente non è che se la passi benissimo. E però qui, vai a capire perché, "non ci sono soldi" non è la frase di rito per giustificare un degrado dilagante.

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